Il declino della democrazia non fa rumore. Non lo ha fatto in Italia nel ’22, in Germania nel ’33,negli USA nel ’63 e nel 2001. Non cito la Russia semplicemente perché lì non si è mai vista neppure la parvenza di una democrazia.
Tuttavia per vivere in una democrazia non basta votare e avere molti partiti. Si votava anche nell’ Italia fascista e con un sistema molto simile a quello nostro attuale: si approvava in massa una lista di candidati. Solo che allora c’era un unico partito governato da un’oligarchia. Normale, direte voi, era una dittatura.
E invece…
Oggi in Italia abbiamo tanti partiti governati ciascuno da oligarchie che non garantiscono né trasparenza e tantomeno democrazia nei processi decisionali interni. E allora arriviamo al punto: la moltiplicazione delle oligarchie è una forma patologica di democrazia? O è invece lotta tra “famiglie” per la conquista del potere e il controllo del territorio? A ben guardare, sembrerebbe più una cosa come la New York degli anni ’20.
Per avere democrazia servono molti altri ingredienti. Il primo è la formazione del consenso attraverso una lettura della realtà che educhi al ragionamento anziché al tifo. Ma chi educa chi?
Oggi subiamo continue polarizzazioni sulla qualunque fortemente volute da oligarchie che campano sulla disinformazione e, perdonatemi, sull’ignoranza politica di chi le vota animato da un credo di tipo messianico, dunque non sostenuto dalla ragione.
Prendiamo il ReArm Europe messo in piedi frettolosamente dalla Medusa cotonata Bomberleyen. Basterebbe il farneticante discorso della suddetta a riguardo per mettere in piedi, ove ci fosse, una procedura di impeachment per lei e per interdire per sempre dai pubblici uffici Napoleino Macron, BlackRock Merz e Montgomery Starmer.
E invece…
Il quotidiano padronale Repubblica mobilita l’esercito privato delle élites attraverso il volontario Michele Serra, il Comandante Mieli, la banderuola Schlein, la pasionaria Picierno e il tamburo di latta del neoliberismo, Oskar Calenda.
I pacifisti nostrani, quelli che scenderanno in piazza per avere più guerra dissimulandola con la pace, oggi si stanno stracciando le vesti perché Trump ha sfanculato Zelensky. Tuttavia il loro personalissimo concetto di pace non considera neanche per un momento di attuare uno stop alle armi anche per lo Stato terrorista di Israele. Questi benpensanti a guerre alterne definiscono Trump un criminale pericoloso. E di fatto lo è, dal momento che sogna di costruire resort di lusso sulle macerie di Gaza. Ma se Trump è questo, allora chi governa in Europa è criminale due volte. Perché oltre a sostenere Israele nella pulizia etnica, spinge per la continuazione della guerra in Ucraina.
Questa ZTL global costruitasi nel dopoguerra ha abbracciato nei primi anni ’80 la Restaurazione neoliberista (“There Is No Alternative”). Da allora ha preso a sorvolare sulla miseria umana del suo padronato di riferimento ed ora si presenta, con elmetto e mimetica stirata di fresco dalla filippina, nelle vesti del pacifismo armato.
Ma la colpa è nostra, intendo della mia generazione. Li abbiamo lasciati fare, abbiamo lavorato nelle loro aziende, siamo stati parte del meccanismo che ci ha condotto a questo presente. In quello specchio distorto ci siamo guardati anche noi facendo finta di niente.
Solo ora, con un pessimo tempismo, ci accorgiamo che il “loro” europeismo ha generato impoverimento, precariato, instabilità e declino. E ora anche la guerra.
Grazie ma no grazie.
🌹🏴☠️☮️