Ieri Matteo Manescotto postava questa roba qua sul social cazzaro: “Sai la peggiore cosa che ha fatto Berlusconi? Trasformare le persone in quello che oggi siete voi. Mai un tempo qualcuno avrebbe desiderato o augurato la morte di un avversario. In un Paese praticamente privo della tassa di successione.”
Spesso Matteo ha il divertente vizio di rendersi incomprensibile ai più e infatti, leggendo il suo post, non ho capito una fava.
Tuttavia, per quel poco che conosco la persona, mi è sembrato che le sue parole nascondessero un intento perculatorio, ambito questo in cui me la cavo discretamente.
Vincendo la mia ritrosia a commentare gli altri su fb, gli ho risposto: “Matteo Manescotto non capisco se il pensiero è tuo o è una citazione di quei #iosoioevoinonsieteuncazzo che ‘parton dal pratino, vanno fino in cielo e han più parabole sul tetto che San Marco nel Vangelo’. E la mia è una citazione”.
Questa la risposta: “Marco Roy Batty Covertino, parlando di religioni e citazioni, la risposta è sempre ‘la seconda che hai detto’.
Come supponevo.
Non so chi sia il “fenomeno” a cui Matteo ha rubato la prima parte del suo pensiero, quella in cui, con la solita irritante spocchia, non ci si capacita del fatto che si possa fare del sarcasmo sulla dipartita di Berlusconi. Come se l’aver annientato culturalmente un paese con “soldi, culi e disimpegno” non valesse un po’ di sano odio di classe.
Io qui lo dico: inserirei la libertà di odiare direttamente in Costituzione. Magari subito dopo l’articolo 53.
Sono sicuro che chi ha detto o scritto da qualche parte le stronzate riportate da Matteo sia molto più simile a Berlusconi di quanto egli si sforzi di far sembrare noi.
Una cosa sull’odiare è vera oltre ogni ragionevole dubbio o ipocrisia: alcune persone ci odiano perché ci conoscono, altre siamo noi ad odiarle perché le conosciamo.
Detestare sarebbe più cool, ma perché fingere Signora mia?
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