Le opposizioni, con la sola eccezione del cazzaro saudita, hanno assai tardivamente deciso di battere un colpo “sociale” e propongono l’introduzione del salario minimo a 9 euro lordi (!) l’ora.
Secondo le stime dell’ISTAT, tre milioni di lavoratori (altri studi dicono tra quattro e cinque) beneficerebbero di un aumento in busta paga. Con l’approvazione di questa proposta di legge l’Italia darebbe attuazione alle raccomandazioni delle Unione Europea, uniformandosi alla stragrande maggioranza dei paesi che hanno già adottato il salario minimo o provvedimenti simili.
Tranquilli, von der Leyen e soci non lo fanno perché hanno a cuore i popoli d’Europa e in particolar modo noi, gli straccioni. È più una forma di cautela paracula, casomai si ritrovassero a dover schierare gli eserciti in casa a randellare lo scontento invece di continuare a fare guerre per procura.
Meloni si è detta sempre contraria all’introduzione di questa tutela a favore dei lavoratori, pur riconoscendo che in Italia ci sono salari da fame. In realtà la “destra sociale” ha una ed una sola ragione di opporsi al minimo salariale: difendere gli interessi degli imprenditori come la madama Garnero e il Tribüla, fiori all’occhiello dell’economia italiana.
La paga oraria minima di 9 Euro farebbe crescere il salario di molti settori a basso tasso di specializzazione come quello agricolo, dei servizi (proprio quello in cui operano i due “fenomeni” di cui sopra) e del lavoro domestico. Inoltre si innescherebbe un processo virtuoso che spingerebbe anche i salariati collocati poco sopra quella soglia a rivendicare nuovi aumenti contrattuali (laddove il contratto c’è!).
Certo non basta il salario minimo a ridare dignità e valore alle persone oltre che al lavoro, perché occorrerebbe soprattutto riformare il mercato del lavoro e ridurre precarietà e sfruttamento. Sarebbe l’inizio di un’ inversione di quella tendenza negativa di cui la sinistra di governo è stata pesantemente responsabile.
Quanto al PD, non continuerebbe a sembrare un cane in chiesa, se riconoscesse che la celebrazione della società globale attraverso il mantra del “lavoreremo un giorno in meno e guadagneremo per un giorno in più” era una solenne puttanata (a proposito di chiesa).
Mentre si va di autocritica e per favorire la catarsi, si potrebbe anche prendere lo spunto per ricordare lo splendido percorso dei governi “riformisti” che sono stati propedeutici al capolavoro ultimo dell’estrema destra al governo.
Io credo che stia montando, un tanto a Paese, una marea che nasconde un’insofferenza profonda che non trova sbocco nei blocchi sociali ed organizzati storici di riferimento.
Tuttavia, a differenza di quanto accade in Italia, in cui per anni la sinistra ha fatto le stesse politiche economiche e sociali della destra, dando in pasto a sardine, unicorni e fotografi del bello le sciocchezze della woke culture create apposta per frenare il conflitto, il tasso di antagonismo sarà destinato ad aumentare ovunque.
Il motivo per cui il mondo oggi è nel caos è che si amano le cose e si usano le persone.
Che lettura generale possiamo tentare di trarre? Sicuramente quel che è viepiù evidente è che i liberali in Europa, quando non riescono a tirarsi appresso i povery con l’elemosina, alzano gli scudi della repressione e divorziano dalla democrazia: il modello Macron.
Ma, se la Francia è la polveriera d’Europa, l’Italia che celebra la visione imprenditoriale della madama Garnero, premiandola con un ministero, e proclama addirittura il lutto nazionale per il re dei piazzisti, che cos’è?
E allora “Vive la France!”
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