Bias cognitivi
Talvolta qualche intersezionalista militante, di quelli che si indinniano abbestia per un asterisco fuori posto, mi rimprovera per il mio attaccamento morboso ai modelli, alle dinamiche dell’economia e ai miei maldestri tentativi di raccontare la realtà attraverso il profitto e la sua diretta conseguenza: lo sfruttamento. Che cosa posso dire, se non che ha arcistramaledettamente ragione.
Sempre gli stessi mi fanno pure notare che non mi impegno troppo a scrivere di antifascismo. E, di nuovo, hanno ragione. Infatti, come penso che la sinistra patinata del rainbow washing non porterà il Paese fuori dalle secche della Restaurazione neoliberista, così non ritengo che Meloni, ‘Gnazio, Sangiuliano, Donzelli, il ministro cognato e tutta l’allegra ciurma dei nipotini del salame appeso ci faranno vestire alla zuava.
Politici? No, notai dell’esistente
Da una parte e dall’altra dell’agone politico nostrano assistiamo da oltre quarant’anni alla progressiva pecorizzazione a fronte dei desiderata degli squali del libero mercato e della finanziarizzazione dell’economia in cambio di qualche mancetta, dell’attico in centro e di un po’ di gloria finché dura.
È più che evidente oggi che, se la destra è lì dov’è e intende restarci, perché tiene famigghia, è altrettanto vero che la sinistra, dopo aver cantato per decenni nel coro del pragmatismo global in economia e del mero mantenimento del potere in politica, è assolutamente inadatta a suscitare consapevolezza, a indicare prospettive e a illuminare un orizzonte che superi in qualche modo l’attuale paradigma socioeconomico.
Ecco perché non mi curo più di tanto dei miei detrattori bipartisan e vado avanti, forse sbagliando analisi, ma diamine, non sarò certo io a salvare il mondo!
Il fascista volante
Ma il Natale sta per arrivare e allora, con un gagliardo sussulto antifa, sono andato a recuperare una cosuccia che capitava proprio di questi tempi.
Spero di fare cosa grata a tutti gli amici de sinistra che in passato (ma pure ora) si sono sperticati in lodi per le imprese di quel buzzicone di Elon Musk, sbloccando loro il ricordo qua sotto. Sono sicuro che apprezzeranno gli sforzi di chi ha preceduto il genio di Pretoria nel campo delle imprese aerospaziali.
Racconto breve di Natale
Era il 20 Dicembre 1973 e l’allora avveniristica agenzia della sinistra indipendentista basca ETA (Euskadi Ta Askatasuna – Paesi Baschi e Libertà) mandava in orbita il neo capo fascista del governo spagnolo, Luis Carrero Blanco, erede del gerarca morente Franco. Il “viaggio” fu un successo tale da spedire la Dodge (2000kg!) del generalissimo fino al quinto piano di un palazzo vicino. Niente male anche l’atterraggio: sul terrazzo di una scuola gesuita.
E niente, SpaceX suca!
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