Io sarò pure uno che “ha scelto di mettersi in un angolo a attaccare con situazionismo e con parole forbite”, ma non mi pare che quelli che hanno scelto di svolgere il loro impegno immergendosi nelle contraddizioni del mondo stiano portando a casa chissà quali risultati.
Prendiamo Stefano Cappellini che sull’house organ della sinistradidestra, Repubblica, scrive che dire no ai nostri missili in Russia è una vergogna perché votano così anche “Salvini e Vannacci”, per non parlare di Orbán. Quando si dice la forza inoppugnabile dell’analisi!
Prendiamo Paolo Mieli, Rambo Rampini e tutto il pattuglione di “contractor” al servizio del paradigma guerrafondaio dominante. Forse la loro speranza continua a essere che loro, a differenza delle persone comuni, rimarranno immuni dalle conseguenze nefaste della globalizzazione. O forse il borghesissimo senso del “decoro” che fa il paio con l’insopprimibile bisogno esistenziale di distinguersi da cassaintegrati, borgatari e protestatari perdigiorno ha tappato i loro nasi rendendoli insensibili all’aria di povertà e rassegnazione che si respira fuori dagli studi televisivi.
Prendiamo il PD, quel partito meraviglioso in cui non ci si capacita del fatto che chi è solo poco poco di sinistra proprio non riesca a votarlo. È un vero peccato, perché lorsignori al Parlamento Europeo sono riusciti a votare insieme a Fratelli d’Italia l’intera risoluzione che esorta a eliminare le restrizioni che non consentono all’Ucraina di usare le armi europee in territorio russo, inclusi i missili a lungo raggio. Però dai, siccome nel PD c’è libertà di coscienza, i suoi deputati l’hanno votata in otto modi diversi!
Cosa distingue il PD dalla destra, persino quella estrema, non lo sa più nessuno. A parte la narrazione “civil rights oriented” a beneficio di Mieli&friends e delle ZTL, a me paiono quelli che qualche giorno fa hanno applaudito Draghi e il suo compitino di restaurazione ultraliberista, incluso il riarmo dell’Europa in ossequio al sempreverde “si vis pacem, para bellum”. Dunque anche sul piano economico il PD sta a destra.
Prendiamo i 5*, il più grande “pacco” in politica dopo il PSDI di Nicolazzi e Ferri. Nato dal vaffanculo di un comico, ora si dibatte tra le scartoffie, gli scazzi e i mandati zero avviandosi al declino. E forse, dopo aver prodotto personaggi del calibro di Castelli, Crimi, Di Maio e aver governato sia con il Girasagre che con Draghi, è meglio così.
Prendiamo infine la trimurti FdI, Lega e FI che avrebbe dovuto riportare l’Italia agli antichi fasti dell’autarchia in economia, delle battaglie del grano e alla riconquista di Istria e Dalmazia. E niente, alla fine pure i nostri patrioti si sono arresi al contingente, che è poi la stessa musica anche per gli eroi: la villa col mutuo garantito dai 15k all inclusive al mese, uno strapuntino anche per quelli imbarazzanti e una pacca sulla spalla da parte di qualche potente o di qualche esponente delle lobby finanziarie internazionali per tutti insieme appassionatamente.
Hai voglia a fare capolino dall’angolo con questa gente!
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