Parole parole parole
Pare che il 16 settembre l’Assessore Tresso abbia confermato verbalmente ad alcuni membri del comitato Salviamo il Meisino che il Comune ha disposto la parziale sospensione dei lavori. Tuttavia nell’area transennata è già stata rimossa la vegetazione e si possono vedere chiaramente i segni sul terreno del movimento di ruspe e di camion. Non risulta invece alcuna conferma scritta della sospensione dei lavori e della sua durata, nonché dell’apertura di un tavolo di confronto a seguito delle rinnovate proteste di organizzazioni e semplici cittadini.
Dal 1997 il Meisino è stato destinato a parco pubblico e, nel 2009, è diventato Zona di Protezione Speciale (ZPS) per accogliere la fauna migratoria e stanziale. La sua posizione strategica, a pochi passi dal centro città, lo rende un rifugio per le specie animali e un bene comune da preservare. Al Meisino non serve portare la retorica fintosinistra dell’inclusione, della sostenibilità e del decoro, serve invece che rimanga com’è. Purtroppo la trimurti Lo Russo, Tresso e Carretta è di diverso avviso.
Il comitato Salviamo il Meisino non si limita a opporsi al progetto, ma propone alternative da oltre un anno. In particolare, ha più volte suggerito che la costruzione della “Cittadella dello Sport” fosse spostata in aree urbane dismesse o già parzialmente compromesse, come i vecchi complessi industriali di cui la città abbonda, che potrebbero essere riqualificate senza sacrificare una biosfera con caratteristiche uniche in Europa.
Due considerazioni
La prima è assolutamente personale e l’altra politica.
Quella personale: per anni ho usato il Parco del Meisino come tratto di trasferimento per le escursioni in collina con la mtb e durante il sopralluogo di ieri ho osservato che molti sentieri e aree del Parco adiacenti a quelli oggetto dei lavori risultano impraticabili (anche ai pedoni) per la presenza di arbusti vari e rampicanti. È come se, rinunciando di fatto e da tempo alla manutenzione minima dell’area, il Comune avesse voluto incrementare la percezione che solo il “pump track” e il ristorantino da appaltare a note cooperative riporteranno la necessaria riqualificazione.
Quella politica: arriva un po’ in ritardo la richiesta di AVS (la stampella ecologista del PD) in Comune di interrompere “la prassi di affiancare le forze dell’ordine agli operatori di cantiere, allo scopo di ostacolare il legittimo diritto di manifestazione”. Nell’imminenza dell’approvazione del famigerato DDL 1660, che aumenta il livello di repressione di tutte le forme di protesta, questa richiesta suona come un tentativo fuori tempo massimo di prendere le distanze non dal progetto, ritenuto accettabile dalle consigliere Ravinale e Diena, ma dalla violenza che le Forze dell’Ordine molto probabilmente eserciteranno sui protestatari. In questo ambito l’ossessione del centrosinistra per la sicurezza non è poi così diversa da quella della destra.
Intanto oggi al presidio di fronte al Comune contro i Todays alla Confluenza, altra joint venture tra privati e Comune in cui a rimetterci è l’ambiente, c’è il solito corposo presidio di Carabinieri e Polizia.
La realizzazione di “grandi eventi” e strutture da appaltare ai privati utilizzando porzioni di territorio pubblico è solo un’altra via per estrarre profitto privato dalla proprietà collettiva in cambio di ricadute positive che faticano a vedersi.
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