Todde al 45,4 per cento e Truzzu al 45 non la definirei esattamente la liberazione della Sardegna dall’inettitudine e dalla verve propagandistica della destra. Sommando i dati dell’astensionismo (primo partito con il 48%) ai voti presi da Truzzu, c’è un 75% di sardi a cui o non importa una sega di chi governa l’isola o che ritiene l’operato di Solinas (non ricandidatosi!!!) in linea con le proprie aspettative.
Io capisco la gioia di Conte e Schlein (che in Sardegna si giocava la segreteria) e non mi dispiace neppure sentire parlare di “campo giusto”, ma i tempi per una riscossa delle forze progressiste paiono prematuri.
È pur vero che con i voti presi dalla lista Soru, dove gli “europeisti” Renzi e Calenda non hanno schifato l’alleanza con Rifondazione Comunista e gli autonomisti di Liberu, l’area cosiddetta di centrosx sarebbe schizzata oltre il 54%. Tuttavia questo è il “campo largo”, lo stesso in cui il duo sopra citato dimostra per primo di stare scomodo, portandosi via il pallone.
Per come la vedo, le cose nelle altre quattro regioni saranno ben più difficili. In Piemonte quasi disperate, dal momento che la stessa stampa locale confonde spesso Cirio con Lo Russo e dove il PD locale, noto raggruppamento di renziani malcelati, pare indeciso pure sul fare le primarie o no.
Un’ultima considerazione sul filo dell’onanismo : il crollo della Lega, precipitata sotto il 4% e superata pure da FI. Capita quando, come al Girasagre, tocca inseguire l’originale Meloni sul terreno insidioso del “voltafaccia credibile” sulla qualunque.
E allora le accise?
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