La “vittoria” di Todde in Sardegna porta con sé la prima conseguenza, seppure fuori dall’isola: Meloni stanzia “de botto” 950 milioni di Euro per il raddoppio della ferrovia Pescara-Roma. Non si ha memoria in tutta la storia repubblicana di un uso così spregiudicato del potere per indirizzare il voto.
Va da sé che quest’oscenità politica è paradossalmente un primo risultato concreto non della gestione ad cazzum delle poche risorse dello Stato da parte di chi sta già attuando la sua personalissima idea di presidenzialismo forte (chissà chi si vedrà privato all’ultimo momento dello stanziamento, sempre che quella di Meloni non sia la solita propaganda), ma dall’esito del voto disgiunto e dall’oggettiva pochezza del canditato imposto dalla premier e snobbato in primis nella sua città.
Non riesco ad immaginare cosa potrebbe inventarsi Meloni per le altre regioni, se dovesse perdere anche l’Abruzzo, ma sono pronto a scommettere che quello della Sardegna rimarrà un caso isolato, frutto di una vittoria risicata, e non l’inizio di una riscossa pianificata.
Il Piemonte è lì a dimostrarlo.
PS: sarò felice nel caso in cui i fatti dovessero smentirmi.
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