Di cosa ci dobbiamo stupire?
Elon Musk è solamente l’ennesimo guru cinico e spietato. La sua ospitata ad Atreju è assolutamente coerente, a parte la differenza di vedute sulla maternità surrogata, con l’azione politica di Giorgia Meloni.
Questo simbolo del capitalismo contemporaneo rappresenta, forse più ancora di Gates, Zucko o Bezos, il refrain liberale dell’imprenditore di successo dietro il quale si cela il solito volgare reazionario arricchito. È pertanto naturale per Musk trovarsi a suo agio alla festa dei giovani post fascisti e incontrare persino quella macchietta vivente del Girasagre.
È da tempo che la retorica liberale del self made man produce paginoni di articoli sdraiati sui giornali padronali, house organ della sinistra benestante. Il risultato è stato uno solo: sdoganare Musk e i suoi simili. Per Stampubblica, come per il Corriere e altri sedicenti quotidiani progressisti, la novità va di pari passo con la modernità, dunque è sempre di “sinistra”. Diamine, si è visto com’è andata con la globalizzazione!
Più ricchezza per pochi
Secondo un rapporto Oxfam datato 2017 i primi 8 miliardari al mondo possedevano una ricchezza pari a quella della metà più povera della popolazione umana. Mentre altri mega miliardari macinano soldi, parlano solo di soldi e se ne fottono della loro immagine di biechi predatori, Musk ha invece messo in campo un esercito di curatori della sua immagine pubblica, riuscendo spesso ad apparire come l’uomo nuovo del terzo millennio.
Alla convention meloniana, intervistato dal “maitre a penser” del giornalismo da lecca destrorso, Nicola Porro, Musk ha snocciolato uno ad uno i “fondamentali” del suo pensiero.
Un esercito di schiavi
Primo: “Credo che sia importante avere bambini e creare nuove generazioni. Sembra banale dirlo, ma i tassi di natalità sono ogni anno più deludenti”.
“Live long and prosper”, ma non sono Mr.Spock
Secondo: “Io auguro la prosperità a tutti i Paesi. Ma se volessi aprire un’azienda in questo paese, ci saranno abbastanza persone che ci possono lavorare?”.
Ambiente è bello, ma se riesco a terraformare Marte e a fare i bagagli…
Terzo: “Io sono un ambientalista. Credo però che il cambiamento climatico non sia, nel breve termine, una minaccia così grande. Non si può fare a meno, nell’immediato, di petrolio e combustibili fossili. Ci vorrà tempo per la piena sostenibilità, ma penso che la perdita di speranza per il futuro sia sbagliata”.
Giovanni Gentile da Pretoria
Congedandosi dalla platea in orgasmo, Musk ha pure azzardato la sua massima filosofica: “Siamo gli unici esseri viventi dotati di coscienza in questa galassia. Viva l’umanità“. Sarà per questo motivo che, qualche attimo dopo, si concedeva al rito del selfie accanto all’esempio più fulgido di coscienza del nostro paese. A quel punto quelli di Atreju sono sembrati fenomeni dell’intelletto.
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