E così, mentre pare che Biden e Putin non se la sentano di prendersi a colpi di padulo nucleare per interposta nazione, si fa strada l’idea (o la speranza) tra noi “pacifisti del cazzo” che Washington si stia preparando a scaricare Zelensky, ormai considerato sempre più inaffidabile.
A quanto pare, vi sono degli step oltre i quali l’amministrazione americana ha scelto di non andare, almeno per il momento.
In vista delle Midterm Elections Biden ha fiutato dai sondaggi una situazione che lo vede in affanno sulla probabile rincorsa dei repubblicani/trumpiani e non vuole certo passare per colui che ha appiccato il fuoco al mondo.
Probabilmente gli USA si sono resi conto che sarebbe una follia se si realizzassero i sogni bagnati del dottor Strangelove, l’eccentrico personaggio dell’omonimo film di Kubrick, nonché di molti opinionisti e pennivendoli nostrani schierati sul modello “armiamoci e partite”: stiamo parlando della caduta di Putin e della conseguente implosione della Federazione Russa.
Solo dei pazzi bellicisti (col culo degli altri) potrebbero ritenere auspicabile uno scenario del genere: «se si realizzasse, infatti, non ci troveremmo in un mondo pacificato, ma avremmo mezza Eurasia balcanizzata da nazionalismi “etnici” e da signori della guerra che si contendono gli arsenali nucleari» (cit. Stefano Marengo).
Ben vengano, quindi, i ripensamenti di Washington. Adesso bisogna solo spiegarli ai cinegiornali da Istituto Luce e alla Meloni, arrivata come al solito con un tweet fuori tempo massimo.
Oh, non prendetevela con me se poi domani va tutto in vacca! Siete voi quelli che pensano che il paradigma “Plateau Royal” possa durare per sempre.