Pandemia e lockdown ci hanno mostrato l’importanza delle relazioni sociali nelle nostre vite. La didattica a distanza ci ha mostrato quanto l’insegnamento delle materie (per completare il famigerato “programma”) non esaurisca la funzione fondamentale della scuola: aggregare persone, creare momenti di confronto e condivisione, essere laboratorio di socialità e relazione. L’amico Simone Potè ci parla della Scuola di Quartiere: una bella esperienza torinese fatta proprio di aggregazione e condivisione.
Viviamo in un mondo dalle mille sfide, oltre quella sanitaria: dalle disuguaglianze crescenti all’emergenza ambientale, dalle cittadinanze negate alle storture di una società patriarcale, dalla criminalità organizzata allo spopolare di posizioni violente e fasciste… Lo scenario è quel che è e le reazioni maggioritarie sono tendenzialmente due: l’indifferenza, come modo del singolo per salvarsi in un mondo dal quale non vuole farsi trascinare; lo sconforto di chi percepisce l’ingiustizia ma non sa cosa fare e finisce con l’accettare ciò che lo circonda come immutabile.
E mentre rischiamo di annegare tra problemi irrisolvibili dai singoli, i singoli sono sempre più soli, ansiosi, depressi, nel panico.
Da soli, non ce la si fa.Da dove ripartire?
Certamente dalla costruzione di comunità, dall’empatia che aiuta i singoli a sentirsi meno singoli per riconoscersi nella costruzione di un destino comune.E in una società sempre più atomizzata e individualizzante, quali luoghi possono farsi centro aggregativo in cui sognare delle alternative? Per cominciare, le scuole!
Per questi motivi Acmos, insieme al Liceo Einstein di Torino e a Rinascimento studentesco, ha dato vita alla seconda edizione della Scuola di Quartiere: dal 14 al 25 luglio infatti, a partire dall’intuizione del progetto Scuole Aperte, il liceo Einstein resterà aperto dalle 14 alle 19 per accogliere tutta la cittadinanza possibile e porsi due quesiti: è possibile una comunità educante? Se sì, attorno a quali valori dovrebbe costruire il proprio patto comunitario?
Ogni giorno, dalle 14:30 alle 16:30, laboratori sui temi più disparati: dall’incontro con i Fridays for Future per discutere di ambiente e lotta sociale, all’incontro col Gruppo Abele sulle dipendenze e sull’emergenza abitativa, passando per gli artisti di strada e la visita alla Moschea Taiba, i lavori per abbellire le aree verdi, i laboratori teatrali e le riflessioni sulle mafie con Libera, la tematica della legalizzazione della cannabis, i giovani e la casa, dalla mascolinità tossica allo sport sociale.
Dalle 17 alle 19 della prima settimana, invece, ogni giorno un incontro-dibattito con ognuno dei protagonisti della futura comunità educante: studenti, genitori, docenti, terzo settore, istituzioni locali.
Nella seconda settimana, ogni giorno un focus su alcuni dei temi attorno ai quali costruire il dibattito per il futuro patto educativo comunitario: la sicurezza a scuola (edilizia e psicologica), l’educazione civica a scuola, la scuola nel contesto territoriale in cui si trova (trasporti, sport ambiente…), la scuola come presidio europeista antimafia, per poi dedicare l’ultimo incontro al rilancio sul futuro, che fare da settembre in poi.Il tutto condito con una grande aula studio installata nel cortile della palestra e i concerti live del venerdì sera, dalle 19:30 alle 22!
Passate a trovarci! Perché “quando si sogna da soli è solo un sogno, ma quando si sogna insieme, è l’inizio della realtà”.
Simone Potè.