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Il “possesso”

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L’ altra sera sono capitato sulla trasmissione di Fazio e ho ascoltato parte delle parole di Gino Cecchettin, il padre di Giulia.

Premetto che io non so se la risposta all’omicidio di mia figlia sarebbe la sovraesposizione mediatica volontaria, ma è pur vero che ognuno elabora il lutto a modo suo. Resta il fatto che quello dei femminicidi è un problema serio e andrebbe affrontato nella maniera più drastica.

Il papà di Giulia ha detto che “il tema del possesso, di vedere la donna come una proprietà, è la radice della questione”. E ha aggiunto che tutti dovremmo iniziare a “cambiare i nostri atteggiamenti, metterci in discussione, anche dalle piccole espressioni che usiamo ogni giorno”, perché non sono innocue.

Alcuni infami fallocefali hanno prontamente attaccato Gino Cecchettin sui social. Secondo queste “persone” il patriarcato è una stronzata, anche se non saprebbero aprire un dizionario per cercare la parola, ed è fattuale che le donne siano delle sottone che, forse, non si meritano le coltellate, ma due sberloni ogni tanto sicuramente. Tanto per far capire chi comanda in casa.

A pensarci bene, per come sta girando la ruota della società un po’ in tutti gli ambiti, ci troviamo di fronte a nient’altro che “prove d’autore” del Vannacci pensiero, vale a dire quel vademecum di luoghi comuni che nella testa deĺl’autore (e dei suoi lettori) sono associati a realtà documentate, ma che è invece un insieme caotico di invettive non molto diverso dai quaderni di John Doe, il protagonista di Seven.

Tra le tante iniziative repressive che sta prendendo il governo Meloni, quella di impiegare la DIGOS postale per identificare codesti minchioni, potrebbe voler dire farne una giusta. Ma poi resterebbero privi di una parte consistente del loro serbatoio elettorale. E qua la finisco, che sennò va a finire che tocca a me esibire i documenti.

Invece, a dimostrazione di quanto ha ragione il signor Cecchettin sul concetto di possesso, vi lascio, come al solito, due informazioni di natura economica, utili a inserire certe dinamiche malate in un contesto più generale.

Secondo i dati pubblicati dal “Sole 24 ore”, i 10 manager più pagati delle società quotate alla Borsa di Milano hanno guadagnato nel 2023 oltre 231 milioni di euro, con un incremento del 17% rispetto ai 198 dell’anno passato. Si tratta di “retribuzioni” che hanno ampiamente recuperato quanto “perso” nel 2020. Se si scorre la lista, compare al primo posto Mike Manley, ad di Fca, al settimo Carlos Tavares di Stellantis e all’undicesimo John Elkann. In pratica la guida di un gruppo che ha fatto man bassa di licenziamenti.

A proposito di possesso che uccide intere famiglie.

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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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