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Il complotto delle trame scolastiche

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Mentre l’Italia annaspa tra salari da fame, sanità al collasso e analfabetismo funzionale, c’è chi nel governo del fare finta di fare combatte le sue battaglie più urgenti: i libri di storia cattivelli. Roba grossa, roba seria.

E così la torinese Augusta Montaruli, l’ex sottosegretaria che ha lasciato l’incarico, ma non la cadrega, dopo una condanna in via definitiva per peculato, torna alla ribalta per denunciare l’ennesimo pericolo rosso: il manuale di Storia bolscevico per gli Istituti Superiori  “Le trame del tempo”.

Secondo l’onorevole Montaruli, il testo sarebbe “fazioso, politicizzato e ideologizzato”, insomma tutto ciò che non dovrebbe essere un libro di storia secondo chi la storia preferisce riscriverla con il bianchetto. D’altra parte, se il manuale osa parlare male del Ventennio, ricordare che il fascismo non portò solo bonifiche e treni puntuali, ma anche leggi razziali, manganelli e guerre coloniali, allora è chiaro che siamo di fronte a una pericolosa deriva stalinista.

Ma il punto non è cosa c’è scritto. Il punto è cosa non c’è: non c’è l’agiografia del Duce, non c’è la rivalutazione del MSI, non c’è l’“equidistanza” tra chi faceva le stragi e chi le subiva. In breve: non è un testo approvato dal Ministero della Verità meloniano.

La Montaruli, indossando i panni della nuova Ministra dell’Istruzione ombra, pretende  che il libro venga “ritirato, corretto, epurato”, magari affiancato da una bella prefazione del ministro Giuli intitolata “Fascismo, l’eterno incompreso”.

E mentre Augusta Taurinorum  si straccia le vesti per qualche paragrafo storicamente corretto, nessuno a destra fa un plissé per gli studenti che scappano dall’Italia, per i docenti malpagati o per le scuole che crollano come la credibilità della destra di governo. Ma si sa, le priorità sono priorità: meglio vigilare sui pericoli di derive gramsciane tra i banchi che affrontare la realtà fuori dalle aule.

Nel frattempo, le vere “trame del tempo” ce le raccontano loro: trame revisioniste, autoritarie e ipocrite che partono da un’aula del Parlamento per arrivare dritte sui banchi di scuola, dove chi osa insegnare la Storia si ritrova a doversi difendere dalla protervia del potere.

Benvenuti nell’Italia meloniana, quella in cui l’unico libro di storia ammesso sarà quello con l’introduzione di La Russa: “Noi che il 25 Aprile stavamo dall’altra parte”.

Dedicato all’amico storico Carlo Greppi, uno dei curatori de “Le trame del tempo”.

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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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