Contrariamente a qualche pingue liberalotto che cerca una scusa per votare a destra, io cerco argomenti che mi convincano a votare a sinistra sapendo benissimo che entro cinque anni, se non scoppierà la fase acuta della WW3 a puntate, saremo viepiù dal culo e BlackRock avrà comprato il futuro dei miei figli per rivenderglielo in comode rate.
Non credo assolutamente in una vittoria al fotofinish di Pentenero e, quand’anche fossi smentito dal risultato a sorpresa, il Piemonte continuerà ad essere un malato cronico.
Le scelte delle amministrazioni che si sono susseguite negli anni, sia di centrodestra che di centrosinistra, hanno portato a un progressivo deterioramento del tessuto sociale. Torino vive ormai di Sindone, Savoia e foodification. Il declino dell’industria e del suo indotto non potrà mai essere compensato dal solo turismo o dalla robiola.
La progressiva privatizzazione della Sanità, i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti, impedisce a una larga parte di piemontesi non abbienti di accedere non solo alla diagnostica, ma anche alle cure. E mi sorprende sempre un po’ che il PD riscopra i temi sociali solo in periodo pre-elettorale per tornare a baciare le terga ai tecnocrati di Bruxelles un minuto dopo.
La politica locale e sovranazionale conferma quel che sono oggi le categorie tradizionali della destra e della sinistra e come le si possa sintetizzare alla luce dei recenti eventi di voto di scambio e infiltrazioni mafiose: un blocco monocolore che campa per cooptazione ed è votato da meno della metà degli aventi diritto.
Ok, e allora? Allora un po’ di sano nichilismo aiuta a sopravvivere tra i molteplici paduli che vanno addensandosi, ma Marrone e Ravello non gliela faccio proprio. Eccheccazzo dai!
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