Cate Blanchett è sicuramente una delle più grandi attrici della sua generazione ed è anche una delle mie preferite. L’ho apprezzata davvero molto in “The aviator”, film per il quale ha vinto un Oscar interpretando un’altra dea, Katharine Hepburn, e in “Blue Jasmine”, ancora un Oscar.
Tuttavia le sue interpretazioni piu intriganti sono state, a mio modesto parere, la villain Hela in “Thor: Ragnarok” e la cinica anchor woman Brie Levantee nel visionario “Don’t look up”.
Cate è anche un’attivista dei diritti civili e un’ambientalista. È ambasciatrice di buona volontà dell’ONG di sviluppo SolarAid e ha più volte collaborato con l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), di cui è diventata ambasciatrice nel 2016, al ritorno da una missione in un campo profughi in Giordania.
Cate si è detta recentemente orgogliosa di appartenere alla classe media e di avere cambiato totalmente la sua prospettiva sul mondo grazie alle molteplici interazioni con i rifugiati delle guerre.
Cate ha da tempo messo al sicuro le sue rivendicazioni economiche e sociali. Il suo patrimonio netto è stimato in 100 milioni di dollari (fonte Celebrity Net Worth). Lei e il marito, lo sceneggiatore e drammaturgo Andrew Upton, possiedono anche svariate proprietà immobiliari in diversi paesi.
Io non so se vi sia una quota di capitale/possedimenti minimi che definisca automaticamente, Cate e me, come appartenenti alla classe media. Sicuramente io sono tanticchio più “lower” e lei decisamente più “upper”, ma sono comunque felice di sapere di avere la possibilità di frequentare gli stessi posti e di poterla incontrare un giorno in qualche pizzeria di New York, Londra o, perché no, dal kebabbaro in Barriera. O di vedermela entrare dalla porta in quel di Torino per farsi misurare la vista.
Grazie Cate. Fino ad oggi mi ero pensato più affine a Pino Insegno.
Infinitely yours,
Mark “Roy Batty” Covertain
🏴☠️🌹❤️