Rivoluzionari in birreria
“Inconsistenza culturale”, riflessione di Marco Roatta:
“A me pare che la Schlein manifesti una curiosa e preoccupante tendenza dei giovani (under 30 o giù di lì) istruiti: essere inconsistenti nella visione, nelle idee di realtà. Si perdono nelle fantasie futuribili, nelle speculazioni ipotetiche, nelle pieghe del tessuto sociale, paiono incapaci di esprimere un’idea complessiva, concreta, costruttiva e idealmente perseguibile di società. Arieggiano di intersezionalità, vagheggiano di ciambelle, vaneggiano di redditi universali… che è un po’ come discutere dell’impatto futuro dell’AI sulla progettazione architettonica urbana mentre si vive in una favela”.
Secondo giro: chi la prende ambrata, chi blanche
“Fatti, non pugnette!”, riflessione di Alex Rocca:
“Io la dico molto più semplice di voi. Sono tutti molto distanti dalla vita reale. Se io fossi un politico, farei meno post, meno tweet, meno tv, meno interviste, comparsate, passerelle e proverei a passare del tempo nelle situazioni che hanno bisogno di soluzioni. Per poi provare a trovarle. Come diceva Palmiro Cangini assessore alle varie ed eventuali del comune di Roncofritto.
Marco Roatta approfondisce:
“Sì, ma temo sia un po’ più complesso della semplice distanza dalla realtà.
A me pare che, di solito, la distanza sia figlia dell’appartenenza a classi sociali più agiate. La mancanza di comprensione, reale e non solo formale, risulta essere figlia dell’appartenenza a bolle sociali in cui quel disagio non esiste, non è vissuto sulla propria pelle.
Schlein parla costantemente di disuguaglianze, ma senza trasmettere la sensazione di reale contezza del tema. Ma nel suo caso non stupisce, vista l’estrazione.
Arrivo a dire che coloro che pontificano dal pergolato di rose siano sinceri quando sostengono che la nostra società offre pari opportunità a tutte le classi sociali: semplicemente non sanno di cosa parlano (ok, sono anche un po’ pirla, ma è solo un’aggravante).”
Terzo giro: si fa ‘na certa
Marco Roy Batty arriva in tackle:
“Raga, oggi politica e cultura hanno ritenuto di poter fare a meno una dell’altra. È da mo che il modello gramsciano di partito culturalmente egemone ha ceduto il passo, quando va bene, all’inconcludenza e alla vanità. Quando va male, si riaprono quei tombini che nel nostro paese ci si è dimenticati di sigillare nel lontano 1945. Mannaggia a Togliatti e all’amnistia!
Ecco, tra di noi inizia così e va avanti fino a quando le birre sono finite o l’ora diventa improponibile.
Non avremo salvato il mondo, ma abbiamo bevuto bene.
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