Ittica NewsRivoluzione CulturaleSocietà e CulturaStorie Diverse

Buon I Maggio nichilista! 🌹🏴‍☠️🇮🇹🇬🇷✊️

3 Mins read

Come un mantra

A mio modestissimo avviso, non mi stanco di ripeterlo, è auspicabile che in futuro il nome della sinistra sia sempre più “socialismo”, soprattutto se il modello che premia i pochi grazie alle sofferenze dei molti non tarderà a farsi ancora più discriminante e predatorio. Tuttavia, ammesso che un cambio di rotta avvenga prima che il pianeta vada a puttane perché l’abbiamo spremuto all’inverosimile, in Italia capiterà al di fuori dei partiti che pretendono di essere gli eredi ideali di Gramsci e Berlinguer.

Credo che nel nostro paese servano altri rimescolamenti. Più complessi. Negli ultimi trent’anni le sinistre, laddove hanno governato, hanno supplito alle politiche liberali attraverso coalizioni tra popolari e socialisti. In Italia è andata peggio, soprattutto dopo la discesa in campo di Berlusconi e lo sdoganamento fattuale dei nipotini del qncə.

Ora invece, tra “modello Biden”, agenda Draghi e rischio di grecizzazione con conseguente austerità e solito piano di rientro lacrime e sangue, i fasciosovranisti si stanno cacando sotto.

Governare con La Russa, Rampelli, il ministro cognato, la madama Garnero e Sgarbi è stato bello fino ai rave, poi ci si è accorti che la campagna elettorale era finita e bisognava pur andare a punto su qualche tema.

Qualcosa cambierà di sicuro

Non a sinistra, perché ogni volta che si prova, si riesce solo a fare una versione peggiorativa della precedente. Vedasi, a questo proposito, non tanto le cinquanta parole sull’armocromista di Elly Schlein (quelle vanno bene per perculare) quanto le quasi tremila di frasi fatte e arabeschi concettuali che parlano di tutto senza dire nulla.

Il format liberali-cosmopoliti vs sovranisti-populisti ha fatto il suo tempo: il re è nudo

Nella nuova guerra fredda con prove di conflitto armato tattico controllato (speriamobbene!) liberali e sovranisti sono insieme contro il nuovo/vecchio nemico che viene da oriente: totalmente solidali nelle politiche guerrafondaie e assolutamente sovrapponibili per le ricette economiche adottate nei singoli paesi.

Il sociologo Luciano Gallino, non propriamente un pericoloso massimalista bolscevico, ha individuato la caratteristica della lotta di classe nella nostra epoca: la classe di quelli che da diversi punti di vista sono da considerarsi i vincitori sta conducendo una tenace lotta di classe contro la classe dei perdenti.

La lotta contro i perdenti viene “condotta dalle classi dominanti dei diversi paesi, le quali costituiscono per vari aspetti un’unica classe globale, la classe capitalista transnazionale”.

Non è detto tuttavia, sempre secondo il Gallino pensiero, che la vittoria delle classi capitaliste sia definitiva: “L’obiettivo immediato delle classi che stanno alla base della piramide sociale dovrebbe essere quello di dimostrare ai politici di destra e di sinistra, soliti affermare che ormai le classi sociali non esistono più, che esse sono ben vive, sono stanche di subire sconfitte politiche e culturali, e si stanno attrezzando su ambedue i piani per far cambiare un’altra volta direzione alla storia.”

Pur condividendo l’analisi di Gallino, mi preoccupa non poco che la dimensione della “lotta” resti confinata nell’alveo di quelle forze politiche che non sono state capaci di contrapporre un’europa sociale e culturale a quella tecnofinanziaria, figurarsi poi a dare il giro al tavolo.

“Fatti non pugnette” (cit.)

Per tutte queste ragioni sono convinto che la “nuova via” di Schlein sia un’ulteriore conferma della totale inutilità storico-politica delle contrapposizioni “estetiche” tra il fintoprogressismo di sinistra e il “nostalgismo” di destra.

Da 30 anni e più a questa parte la sinistra italiana vive perlopiù una differenza “estetica” con la destra. Al contrario, sul piano economico-sociale e del lavoro non vi sono grosse distinzioni. Intendo dire che per i militanti e gli elettori della sinistra colta e borghese pare non essere fondamentale che chi ha governato dalle loro parti abbia fatto le stesse cose che sta facendo ora il governo della “destra sociale” meloniana, al netto delle imboscate interne del Girasagre.

Il problema è proprio l’autopercezione di una certa base della sinistra. La sensazione è che vi sia un elettorato che non ha problemi contingenti di sopravvivenza, ma solo di autoproclamata superiorità morale e qualità d’immagine.

Io credo invece che a sinistra siano molte le persone con problemi lavorativi ed economici, con figli destinati ad un futuro di precarietà e sfruttamento, dal momento che sono stati proprio gli “arrivati” a bloccare l’ascensore sociale in salita, eleggendo a loro dimora esclusiva l’ormai famoso pergolato di rose dal quale spiegano alteri e stizziti che loro sono loro e noi non siamo un cazzo.

Le basi

Come ben diceva un babbione barbuto (v)etero cisgender, la lotta di classe passa attraverso la presa di coscienza, ma senza coscienza della propria collocazione sociale e del diritto ad una vita migliore la massa degli esclusi e dei disillusi, la “terza società”, resta divisa e completamente alienata dalla possibilità di politicizzazione delle proprie questioni vitali.

Speriamo che qualcuno se ne renda conto.

🌹🏴‍☠️🇮🇹🇬🇷✊️

275 posts

About author
Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
Articles
Related posts
Ittica NewsRivoluzione Culturale

"Un'ora segnata dal destino batte nel cielo della nostra patria!" (cit.)

2 Mins read
“Sulla scheda scrivete solo Giorgia”. No, non è il nuovo fascismo. È la Restaurazione imposta dalle élite che non si fidano degli…
Ittica NewsSocietà e Cultura

Scusi, lei è antifascista?

3 Mins read
In queste settimane che precedono il voto europeo e l’ennesima tortorata regionale del centrosinistra, questa volta in Piemonte, sarà tutto un assistere…
Ittica Newspolitica italianaRivoluzione CulturaleSocietà e Cultura

Il fascismo è l'abito da cortigiano sfoggiato dai conformisti

2 Mins read
Fascista o antifascista, afascista o non fascista? Io faccio un po’ di fatica ad arrivarci, ma scusate, se e quando Giorgia Meloni…
Entra nella Ittica Community

Non perderti i contributi dei nostri autori e rimani aggiornato sulle iniziative ittiche!