Lei sempre più truce con gli zigomi rialzati e lui che frigna al tiggì sarebbero senzadubbiamente i protagonisti più azzeccati del sequel della “Trilogia du pilu”.
Se nella finzione Cetto La Qualunque rappresenta il bisogno dell’uomo forte al comando in un’Italia massimamente e quantunquemente degradata, corrotta e ignorante, nella realtà Giorgia, Genny, la madama Garnero, Lollo e tutto il cucuzzaro di post fasci con conseguente sfilza di gaffe, griffe, grezzate e gag da Bagaglino sono il presepe vivente adorato dagli italiani che si bevono qualsiasi minchiata: e loro sono la minchiata giusta al momento giusto.
Come diceva San Silvio da Hardcore, Gran Visir e mentore assoluto di quest’accozzaglia di plebei avidi e arrivisti costi quel che costi, gli italiani sono come dei ragazzotti di dodici anni neanche tanto intelligenti. E nessuno come Silvio è stato altrettanto bravo ad individuare il target e a farci su un signor business.
Però dai, ammettiamolo, c’è del genio nell’aver intuito che l’ubriacatura materialista degli anni Ottanta portava con sé la predisposizione ai trent’anni successivi di rincoglionimento mediatico che ancora oggi induce la ggente a votare le stesse identiche persone credendo alle stesse identiche promesse mai mantenute. Solo che non ci si è limitati a darla a bere a un ragazzotto poco sveglio, è stata proprio circonvenzione di incapace.
L’unica nostra speranza è che questi scrausi epigoni, maldestri e gaglioffi come sono, rendano ogni giorno più virale l’epifania della loro miseria umana. Che poi è la nostra.
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