Tra la coccia di Genny Sangiuliano ferita dagli artigli della pompeiana e l’ennesimo episodio di dossieraggio che vede coinvolti i vertici dell’industria privata italiana, la Liguria si è recata a votare in gommone. L’afflusso alle urne, durante il primo dei due giorni di votazioni, assegna la vittoria all’astensionismo con un bel 65%. Oggi seggi aperti fino alle 15 e, per dirla con Alessandro Borghese, “con il mio voto tutto può cambiare”.
La Spezia sarebbe più verso Orlando, ma non in modo così netto come Imperia è per Bucci. Su Savona punto interrogativo, i sondaggi dicono testa a testa, forse in leggero vantaggio l’ex ministro Dem. Considerando il peso del capoluogo e il vantaggio certo a Imperia, il cauto l’ottimismo del centrodestra non è certamente ingiustificato.
Personalmente non credo che l’armata brancaleone costituita da armocromist*, sinistre (poco)ecologiste e grillini in cerca d’autore riuscirà a prevalere, ma anche se fosse, la Liguria è una regione con un sistema cementizio, tangentizio e “debitizio” talmente consolidato che un notabile romano come Orlando non è assolutamente in grado di scardinare.
Se spallata sarà, non se ne accorgerà nessuno.
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