Tra poco più di un mese si svolgeranno le elezioni amministrative in Basilicata. Chissà quali promesse da marinaia recherà seco Meloni il 25 marzo, data in cui calerà su Potenza per sostenere la ricandidatura di Vito Bardi!
Nonostante i rumors pre elettorali diano Calenda e Renzi pronti a sostenere Bardi, i due mestatori di professione da soli non bastano. A corroborare la prossima sconfitta è arrivato solo in extremis l’accordo nel campo largo sull’antagonista di Bardi.
Come è stato per l’Abruzzo, si è ricorsi alla candidatura di una figura autorevole e degna di rappresentare la regione, ma senza un programma minimamente strutturato.
L’impressione è che non bastino le dichiarazioni concilianti di Schlein: “Cerchiamo un progetto credibile e vogliamo raccogliere il più possibile le forze alternative a questa destra”. Alla fine lo schema è quello sardo, con l’aggiunta di +Europa (sigh!) e di un “deus ex machina”, il candidato di alto profilo professionale Lacerenza raccattato all’ultimo secondo, e il risultato sarà quello dell’Abruzzo.
La tragicomica farsa politica lucana diretta dall’ex ministro Speranza, con la collaborazione di Boccia e altri notabili piddini, per sostenere ad ogni costo Chiorazzo quale candidato Presidente, non ha avuto esattamente l’epilogo atteso. Le estenuanti trattative per far accettare, senza riuscirvi, la candidatura di Chiorazzo e confluire da ultimo su Lacerenza, hanno messo a nudo tutta la debolezza del campo largo e si sono rivelate come la migliore campagna elettorale in favore di Bardi, al quale ora basta attendere la promessa di Meloni dell’affaccio su un terzo mare (contrariamente all’Abruzzo del fenomeno Marsilio, la Basilicata è già bagnata da due mari, il Tirreno e lo Ionio) e raccogliere i frutti senza fatiche.
A giugno si replica in Piemonte.
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