Approfittando del favore delle tenebre e della storicamente conclamata insipienza delle opposizioni, la maggioranza post fascista, legaiola e berluschina ha approvato due dei più grandi rigurgiti di fogna della storia del Paese: il Premierato e l’Autonomia differenziata.
Con il Premierato Meloni e i nipotini scrausi del ǝɔnp riescono nell’impresa, mancata a suo tempo dal Girasagre per eccesso di idiozia, di aprire de iure e de facto la strada a quei “pieni poteri” che evocano epoche buie neppure troppo lontane.
Come ha scritto qualcuno, quella appena trascorsa è la notte più lunga della storia recente repubblicana. Tuttavia il viticultore meloniano e tutto il giornalismo da lecca omaggeranno noi scettici di resoconti festanti su TeleMeloni.
Sarebbe arrivato il momento di gettare il telecomando, aprire finalmente gli occhi e decidersi a partecipare, ciascuno secondo le sue possibilità, alla difesa delle mura democratiche dall’assalto degli eversori, sempre che non sia troppo tardi.
Eppure dovremmo averlo capito da tempo che la politica non può essere mediazione e sintesi senza identità. Un partito non è tale se non ha un radicamento storico-sociale nei processi materiali del Paese. Diversamente è un movimento, una moda del momento: come le Sardine o i 5*.
Il tema è sempre lo stesso sin da quando i Romani la risolvevano a coltellate in Senato: la politica e ancor di più la democrazia sono forti quando esiste un conflitto tra parti e quando il conflitto migliora la capacità di organizzare le parti che se le danno in piazza, porta acqua (i temi!) alla dialettica e, infine, produce quella sintesi o compromesso che fa evolvere un paese non solo economicamente, come piace ai liberali e al padronato, ma socialmente, come piace di più a noi.
Quello a cui stiamo assistendo da anni è invece un processo di disgregazione valoriale in cui le maggioranze politiche che sostengono di volta in volta i governi non riescono a trovare un candidato comune, neppure quando si tratta del garante della Costituzione, semplicemente perché non sono più forze politiche che rappresentano parti di società, ma sono conventicole alla perenne ricerca di potere personale e di favori elargiti ai loro cerchi magici. Non orientano e non sintetizzano, perché giocano partite sganciate dalla realtà del Paese, salvo poi intestarsi, ciascun per sé e in modo alquanto patetico, le vittorie. Proprio come è successo con le due schiforme appena approvate.
Saranno volatili per diabetici!
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