https://www.google.com/amp/s/www.avvenire.it/amp/mondo/pagine/emmanuele-ormai-il-re-solo
Quando voglio leggere un articolo di politica estera scritto bene, scelgo spesso l’Avvenire. Purché non si parli di famiglie omogenitoriali, l’house organ vescovile è una fucina di informazioni non urlate e messe giù con la sintassi giusta che le veline padronali e di regime possono solo accompagnare.
Ma andiamo subito al dunque: la legge di bilancio che i “sans bidet” si accolleranno nel 2025 prevede aumenti delle tasse e ben 60mld di Euro in tagli alla spesa pubblica.
Parlando con amici francesi di varia estrazione sociale e collocazione politica, non ne ho trovato uno che stia con Macron, l’Alain Delon dei liberali. A dire il vero, non ne ho trovato neppure uno che sbavi per un governo della fascia d’Oltralpe, Marine Le Pen, ma nel caso specifico rivendico il fatto che ciascuno ha gli amici che si merita. Per farla breve, tutti sono concordi nel dirmi che “Le Roi Seul” non schioderà dall’Eliseo neanche con lo Svitol.
L’Europa sta naufragando nel mare delle Lagarde (“mangiate americano”) e delle von der Leyen (guerra ad oltranza e austerità). I singoli governi hanno spinto per l’unificazione economica che avrebbe dovuto tradursi in una nuova età dell’oro (devo citare per l’ennesima volta Prodi?), ma non hanno informato la ggente degli effetti collaterali.
Dopo vent’anni è chiaro anche ai ciechi che l’aristocrazia ultraliberista di Bruxelles ha fallito miseramente ed ora cosa fa, si arma per difendersi dal cattivone Putin, ma pure dall’onda di scontento tutto interno che presto o tardi arriverà.
Questa cosa della crescita gioiosa e infinita lasciata al mercato e non allo Stato va ridefinita quanto prima. Ma da chi?
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