Posso dire che la conferenza stampa di Elly Schlein è stata pure peggio delle performance dell’ultimo Letta? E niente, il governo Meloni può continuare a guardarsi le spalle dall’alleato leghista prima ancora di sentirsi minacciato da questa opposizione.
A mio modestissimo avviso, non mi stanco di ripeterlo, in futuro il nome della sinistra sarà sempre più “socialismo”, soprattutto se il modello che premia i pochi grazie alle sofferenze dei molti non tarderà a farsi ancora più discriminante e predatorio. Tuttavia, ammesso che un cambio di rotta avvenga, capiterà al di fuori dei partiti che pretendono di essere gli eredi ideali di Gramsci e Berlinguer.
Che dire gente, speriamo di non ridurci ad affidare le nostre speranze a rivoluzionari come questo qua sotto.
Fatta la doverosa premessa sarcastica, veniamo al concreto.
Più che una conferenza stampa quella di Schlein mi è sembrata un chiaro caso di perdita della memoria a breve termine.
Il confronto con i giornalisti è durato un’ora e mezza. Di nulla. Una sequela di risposte, in gran parte evasive, accompagnate da quel gesticolare eccessivo che caratterizza la segretaria del PD.
Questo stile di comunicazione si manifesta in particolare quando si vuole caricare di energia un messaggio, come a voler dotare le parole della forza necessaria per essere compresi dai propri interlocutori. Ma quando una persona gesticola troppo, può anche trasmettere insicurezza e nervosismo. Fare grandi movimenti con le mani può indicare la necessità di difendersi, perché non si capiscono le cose in modo chiaro.
Ora io sono convinto che Schlein sia una donna intelligente e preparata, ma non volendo scontentare nessuno (a parte De Luca) nella prima fase del “nuovo” PD, dice un po’ di tutto e tanto di niente.
Schlein si è detta preoccupata di come l’Italia si accinge ad utilizzare il PNRR, ma dimentica che la struttura dello stesso è stata apprestata dal governo Draghi di cui il PD era la stampella.
Sulla destinazione del 2% del Pil alle armi ha ribadito la linea tenuta finora dal PD: “Sono una federalista europea convinta e penso che bisogna avere una difesa comune”. E sull’Ucraina ha ribadito la linea di sudditanza a Biden e ai valletti di Bruxelles. Poi, come a ricordare quell’articolo della Costituzione in cui si dice che l’Italia ripudia la guerra, la pacifista Schlein ha detto che sul riarmo dell’Europa non ha “mai nascosto una maggiore perplessità”.
Non oso immaginare il sollievo di Crosetto nel sapere che potrebbe pure vedersi confermata la poltrona qualora il PD tornasse al governo.
Avvicinandosi la commemorazione del 25 Aprile, Schlein ha affermato che la Resistenza è la Costituzione. Bel compitino, 7–.
Andando ad approfondire per arrivare all’8, si sa che Schlein è un’ambiziosa, sarebbe interessante leggere da lei non solo di doveroso antifascismo (che certa sinistra da ZTL, lasciatemelo dire, fa sembrare così di maniera), ma anche qualche riflessione su cos’è oggi la Costituzione e quanto ancora contino gli articoli relativi ai temi del lavoro, dell’istruzione e della salute. Quanto è rispettato “l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”? Quanto vale l’articolo in cui si afferma che “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro”? Quanto è stato tradito l’articolo secondo cui l’attività economica “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale”? E questi sono solo alcuni esempi.
Sono d’accordissimo quando si dice che la Resistenza è la Costituzione, almeno quanto penso che la seconda carica dello Stato disonori questo Paese agli occhi del mondo, ma poi la Costituzione bisogna anche leggersela con la prospettiva di realizzarla e non solo di sbandierarla.
Una certezza però c’è stata ed ha riguardato l’inceneritore di Roma: “Voteremo contro gli ordini del giorno”. Già deciso e approvato dal sindaco Pd Gualtieri, ma sul quale all’interno della nuova segreteria non sono mancati i malumori, il capitolo del termovalorizzatore si chiude con un esempio tipico della politica: lo scaricabarile.
Incalzata dai giornalisti, Schlein ha commentato: “è una scelta che era già stata presa dall’amministrazione di Roma” e “questo è successo ben prima che si insediasse questa segreteria. Non era oggetto del nostro programma per le primarie”. Vai così!
Invece sul tema della maternità surrogata, che la vede in decisa antitesi con l’area cattodem del suo partito, la paladina degli arcobaleni ha detto: “Sono favorevole, ma ascolto anche chi è contrario”. Ah beh, allora.
Il vero capolavoro di contorsionismo acrobatico è infine arrivato su un argomento non proprio politico, l’abbattimento dell’orsa in Trentino, laddove l’animalista Schlein ha chiarito: “Sono molto attenta al benessere animale, ma saranno le autorità a decidere, non ho letto la sentenza del Tar”. Ponzio Pilato scansati proprio. E così via su qualsiasi altro tema.
Insomma, da quando è stata eletta e nonostante l’ “effetto Schlein” abbia riportato il PD sopra il 20% nei sondaggi, a parte un rinnovato radicalismo sui diritti civili, non ho constatato alcun cambiamento né sulle tematiche sociali, né sulla guerra e nemmeno sull’ambientalismo di maniera.
Si continua insomma ad inseguire il modello Biden (la guerra per procura) e non Lula. Per dire.
Schlein si è giustificata con la stampa ricordando di essere segretaria soltanto da un mese. Come a dire: “che cosa volete da me?” Sarà anche vero, ma penso che sia pienamente lecito da parte di chi l’ha votata aspettarsi qualcosa di meglio. A meno che a sinistra come a destra si voti per sfinimento quel che passa la casa.
Insomma, aggiungendo al quadro il fatto che @ellyesse non è certo una che buca lo schermo o che suscita empatia nelle periferie, alla destra non resta che gioire per la sua elezione al vertice del PD.
Da 30 anni a questa parte la sinistra italiana vive perlopiù una differenza “estetica” con la destra. Al contrario, sul piano economico-sociale e del lavoro non vi sono grosse distinzioni.
Intendo dire che per i militanti e gli elettori della sinistra colta e borghese pare non essere fondamentale che chi ha governato dalle loro parti abbia fatto le stesse cose che sta facendo ora il governo destrorso con il ritorno di fatto a Rei e JobsAct.
Il problema è proprio l’autopercezione di una certa base della sinistra. La sensazione è che vi sia un elettorato che non ha problemi contingenti di sopravvivenza, ma solo di autoproclamata superiorità morale e qualità d’immagine.
Io credo invece che a sinistra siano molte le persone con problemi lavorativi ed economici, con figli destinati ad un futuro di precarietà e sfruttamento, dal momento che sono stati proprio gli “arrivati” a bloccare l’ascensore sociale in salita, eleggendo a loro dimora esclusiva l’ormai famoso pergolato di rose dal quale spiegano alteri e stizziti che loro sono loro e noi non siamo un cazzo.
Come ben diceva un babbione barbuto etero cisgender, la lotta di classe passa attraverso la presa di coscienza, ma senza coscienza della propria collocazione sociale e del diritto ad una vita migliore la massa degli esclusi e dei disillusi, la “terza società”, resta divisa e completamente alienata dalla possibilità di politicizzazione delle proprie questioni vitali.
Ecco perché alla fine di quell’ora e mezza di tutto condito di niente, se fossi stato un giornalista, mi sarebbe venuto da pensare: “Ma questa che ha detto oggi? Qual è il titolo?”
Invece c’era Massimo Giannini già pronto con i violini.
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