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Un Paese in fissa per il balcone

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Due emergenze assolute impattano sulla vita degli italiani, soprattutto di  quelli che possono meno.

La prima è la Sanità pubblica, ormai prossima al collasso, dove non saranno i 15 miliardi del Pnrr a evitare l’esodo di medici, infermieri e operatori verso il privato con la conseguente ulteriore riduzione dei servizi essenziali.

La seconda è l’Istruzione pubblica di cui il recente fenomeno dell’emergenza abitativa è solo uno dei tanti indicatori di disagio. È in atto un vero e proprio fenomeno di “sostituzione urbana” che costringe lavoratori, studenti e precari della scuola ad andare a vivere dove un affitto o un mutuo non ipotecano l’esistenza di singoli e famiglie. Non è un caso se nel Paese una delle principali cause di abbandono degli studi è il non poterseli permettere.

La destra “sociale” non dà alcuna risposta nel merito di questi e altri temi, perché non ha uno straccio di programma che vada oltre le scempiaggini culturali del ministro Sangiuliano e la retrospettiva da Ventennio del ministro cognato.

Però vuole fortemente il presidenzialismo, perché sa molto meglio del suo competitor, incagliato nelle battaglie arcobaleno per ricchi, che l’uomo forte al comando significa popolo supino. Se poi le cose dovessero andare bene (è l’Europa che ce lo chiede), c’è il pacchetto “fez+piazza” a legittimare la sola cultura esclusa dal patto costituzionale.

Il futuro è inquietante per chi già non sta bene, ma ho la netta impressione che, per quel rapporto perverso che si genera tra fiducia e sfiducia, gli italiani che anelano al “balcone”, pur non essendo maggioranza nel Paese, siano quelli più portati a bersi le spacconate dei loro leader.

Flaiano diceva che il fascismo conviene agli italiani perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni, esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità. Il fascismo è allo stesso tempo demagogico e padronale. È un concentrato di retorica, è xenofobo, odiatore di cultura e, nel suo disprezzo per libertà e giustizia, è sempre pronto a indicare negli “altri” le cause della sua impotenza o sconfitta.

Che cos’è la Storia, se non l’eterno riproporsi attraverso i lifting di Bocchino?

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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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