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Siamo tutti sciatori e nazionalpopolari. (Ok boomer!)

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I commenti sul social cazzaro aka nastrotrasportatoredellamerda verso un Grignani che è parso veramente messo male sono profondamente ingiusti e blablabla, ma il livello quello è e non basta ad alzarlo lo snob caffé di Gramellini.

Il mondo è come lo disegna Zalone, non come lo sogna Drusilla.

Più che “una fabbrica di plastica” (cit. Gianluca Grignani), mi sembra una fabbrica di stronzi.

Ma veniamo alla musica, ammesso che se ne possa parlare.

Le cover hanno fatto capire a quelli come me che di musica suonata sanno poco, ma che si ostinano a fare due accordi (sempre gli stessi), alcune cose:

– La Rappresentante di Lista: non sono bravi solo ad ammiccare al socialismo (che già basterebbe), ma pure ad arrangiare e suonare. E che dire dei richiami alla disco anni ’70, al funk e alla psichedelia? Quando salgono sul palco ci sparano dritti in un universo parallelo di note fatte bene e con passione vera. Per me i Numeri Uno!
[Voto:10]

– Elisa: per lei, come per la “Gobba” di qualche anno fa, bisognerebbe istituire una gara a parte, ma con una precisazione: Elisa non ruba! L’arrangiamento è abbastanza convenzionale, ma siamo nella culla del nazionalpopolare o non ho capito io una cippa? Comunque sia Noemi, Emma e la Ferreri le spicciano casa.
[Voto: non serve]

-Mahmood e Blanco: per me il secondo è pure più bravo del primo, ma insieme funzionano fifty fifty. Grandi favoriti per la vittoria, all’Ariston hanno sfanculato con garbo anni di pregiudizi retrogradi cantando un amore finito mentre si guardano negli occhi. Sapere che gente come Pillon e Adinolfi ha schiumato nel sentirli vale come premio della Critica ben più del brano (ruffiano) che cantano. Gino Paoli invece no, per loro è troppo.[Voto di coppia: 8, 7 ad Alessandro e 9 a Riccardo]

-Achille Lauro: quando non hai voce, porti a Sanremo Rolls Royce cambiando il titolo e ti fai aiutare da chi ci sa fare veramente (aka Harlem Gospel Choir). È tutto molto glam, inclusa la Berté, ma la canzone anche ieri sera te l’han cantata altri. Minimo sindacale dell’educazione è sdebitarsi con rose e biglietto. [Voto 10 a coriste e Bertè, 6,5 a lui]

Sangiovanni e Rkomi: il primo fino a ieri mi era sembrato il secondo che non ce l’ha fatta. Poi il primo ha cantato discretamente con “zia” Fiorella mentre il secondo ha massacrato Vasco.
[Voto: 7,5 Sangiovanni, 4,5 Rkomi, ma il secondo va un po’ meglio quando “ruba” gli incisi ai Depeche Mode e benissimo quando fa cose tipo “Taxi Driver”]

-Dargen D’Amico: il suo pezzo non è male, se solo avesse lui un po’ di voce e prendesse un attacco: la cover di Patty Pravo è lì a  dimostrarlo. Prova pure a buttarla in politica facendo letteralmente cacare sotto il democristiano Amedeo. [Voto 7 per la simpatia…e il suo sarto]

Gli altri: alcuni li ho dormiti, per altri ho avuto la tentazione di cambiare canale, ma solo perché sono io a non capire o, come spesso accade nella musica, proprio non piacciono.

Oh, comunque bravi tutti neh! Se non fosse che, al farsi di una certa, provvidenziale è giunto il pippone di Lorenzo Cherubini a farmi ricordare che non avevo ancora visto l’ultima puntata di “The Book of Boba Fett” e (spoiler) il ritorno di Grogu…

A proposito, stasera c’è la finalona. Chissà se per le due la portiamo a casa?

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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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