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Non esistono rettiliani né poteri forti, ma solo paesi falliti da trent’anni che si “barca”menano.

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Il 5% degli italiani possiede oltre il 41% della ricchezza nazionale (fonte Istat).

Saranno forse quelli che convincono “Renatino” e tanti altri come lui a lavorare 365 giorni l’anno (fonte Parmigiano Reggiano)?

Nel mondo pensato da Draghi, Giavazzi, Giorgetti, Cingolani e dal pattuglione dei “Migliori” non c’è spazio per tutti e neppure per molti.

In Italia oltre 2 milioni di cittadini sono in stato di povertà. 25 milioni di lavoratori e pensionati raggiungono a malapena i 25mila Euro di reddito.

Fuori dal coro unanime della politica del Pd +Lega+5*+Renzi+Calenda che osanna il “governo dei Migliori”, applaudendone ogni nuovo provvedimento fino a spellarsi le mani, c’è un “numerone” di italiani, 25+2 milioni appunto, che si domanda perché il taglio delle tasse di 8 miliardi voluto da Draghi (di cui 7 sull’Irpef e uno sull’Irap) debba favorire chi guadagna più di 60/70mila Euro l’anno.

(Piccola curiosità per aspiranti demagoghi “de sinistra”, ma pure “de destra”: 25+2 milioni, in percentuale, fa circa il 68% dell’elettorato, praticamente il primo partito d’Italia!)

Qualche tempo fa Filippo Barbera, Professore Ordinario di Sociologia Economica presso il Dipartimento CPS dell’Università di Torino, dove insegna Teoria sociale applicata, Sviluppo locale e Innovazione sociale, ha scritto questa lettera al “Primo tra i Migliori”:

«Gent.mo Presidente Draghi, ho 51 anni, sono Professore ordinario, pago un mutuo più che sostenibile. Ho una casa in città e una in campagna. Mi piace quello che faccio, guadagno bene senza essere straricco. MA PERCHÈ MI DEVE ABBASSARE LE TASSE?».

Della stessa idea poi, udite udite, sono anche i sindacati che qualche giorno fa, in un sussulto di vita, hanno incontrato il ministro dell’Economia Daniele Franco domandando eh, mica chiedendo, se abbia un senso che chi guadagna 100 mila Euro abbia lo stesso vantaggio di chi ne prende 20 mila. Bella domanda, a cui noi di AMA aggiungiamo che questa “cosuccia” va poco poco contro il principio della progressività sancito dalla nostra Costituzione in tempi in cui a scriverla furono De Gasperi, Einaudi e Calamandrei mentre adesso vorrebbero riformarla Salvini, Renzi e Berlusconi.

Non c’è niente da fare, il percorso è sempre quello che piace ai neoliberisti und teknokrati scesi dal Britannia con l’idea di farci un culo così.

Invece di puntare a ridurre le disuguaglianze, si preferisce dare le stesse possibilità di partenza a tutti. Equità vs uguaglianza. Capito il trucco?

Perché “Renatino” può pure essere Renatina o essere nero, gay e musulmano, ma l’importante è che sia felice di stare dalla parte di quel 5%.

365 giorni l’anno.

(E adesso torniamo pure a parlare di bracci finti e pacche sul culo.)

https://www.notizie.it/non-scandalizziamoci-per-i-renatino-di-uno-spot-ma-per-quelli-reali/

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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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