Il sistema immunitario del capitalismo predatorio sta producendo i suoi anticorpi peggiori. Se il comunismo, ancorché fondato sull’idea di uguaglianza, è degenerato quasi sempre in sopraffazione dello Stato sulla società, non si vede perché un modello dichiaratamente basato sull’accumulo, sulla concentrazione e sull’avidità debba considerarsi in qualche misura più etico.
L’apatia è da sempre il denominatore comune nell’ascesa dei totalitarismi. La devastazione culturale scientemente perpetrata dalle élites al fine di creare eserciti di ignoranti incapaci di uscire da ragionamenti binari è un argomento valido che spiega molto, ma non tutto.
Dopo aver visto la composizione dell’Ufficio della Fede istituito da Trump, sono convinto che gli USA odierni, proprio come la Germania di Hitler, non si possano interpretare solo con i parametri della crisi economica e neppure con il risentimento popolare diffuso degli “hillbilly” di allora e di oggi, ma che vi sia una dimensione interiore che, insinuandosi tra le piaghe di una società che ha rinunciato a pensare, porta in dono la liturgia del Male rappresentata dal rito di massa.
È la riscoperta di una dimensione spirituale che si riconosce nelle cerimonie con cappellini e gagliardetti negli stadi del football e nell’estasi fideistica di legioni di emarginati per una società più ingiusta. Mancano i roghi di libri e le croci uncinate, ma arriveremo anche a quelli.
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