Domenica si va a votare
O meglio, tanta gente andrà a votare più o meno convinta che il suo voto conti e che si possano cambiare le cose.
Ma what’s cambiare?
Viviamo in una società in cui la maggioranza dei prodotti e servizi viene fatta da macchine e sempre meno nei paesi in cui viene acquistata. In compenso in questi stessi paesi la ricchezza si concentra nelle mani di oligarchie di potere di cui la finanza costituisce il braccio operativo. Il lavoro non è più uno strumento di redistribuzione (lo è mai stato?), ma un sussidio che permette agli schiavi di sopravvivere solo per trasferire nell’acquisto a rate lo scazzo di essere povery.
La sinistra in Italia ha perso quando ha rinunciato ad essere sinistra, barattando il progressismo – oh, mica il socialismo! – con la comfort zone da “arrivati”
La campagna elettorale nazionale del PD ha fatto veramente cagare con le puttanate su pancetta o guanciale, tipiche di un partito governato da “arrivati” in cui da tempo non ci si pone il problema del piatto di pasta a cui tutti avrebbero diritto, ma solo di quale sia il giusto condimento.
Nonostante tutto, nel mese di campagna elettorale che sta volgendo al termine, ho visto i candidati del PD piemontese (e di Alleanza Verdi Sinistra) andare su e giù per i collegi come “cani senza palle”, mentre non mi sembra di aver visto altrettanta verve nei candidati della destra, forse perché sicuri di avere la vittoria in tasca.
Devo anche riconoscere che l’età media di chi chiede di essere votato a sinistra è complessivamente scesa e che le competenze spesso non mancano. Le cariatidi sono candidate altrove, ma è anche vero che si è dovuto fare spazio a candidati “da fuori” che del Piemonte non hanno neanche l’unghia del minolo (sì, proprio il ditino che sbatte contro il comodino).
Dico di più: se il PD non avesse imbarcato Giggino “Ufo Robot” Di Maio, se non avesse ancora troppi renziani 4.0 come Bonaccini o troppi imprenditori che dal pergolato in collina pontificano di disuguaglianze che non conoscono, forse forse a ‘sto giro mi sarei turato il nasone…
#Credo, ma in maniera diversa dal dj del Papeete, che la debolezza sul sociale e le conventicole della sinistra siano la causa principale della riapertura di certe cloache nostalgiche.
#Credo pure che, in un periodo di disuguaglianze montanti, lasciare il boccino del voto di operai, partite iva e impiegati alla destra equivalga ad un porcone in chiesa.
Capisco che nel nostro paese l’ascensore sociale sia bloccato da tempo, ma due domandine su chi lo abbia inchiodato in salita io me le farei. Per dire.
In conclusione, a ‘sto giro non voterò il PD (“e chissenefotte, tanto non sei nessuno”), ma stimo sinceramente quelli che hanno messo faccia, impegno, suole e contenuti nella campagna elettorale più brutta di sempre!
Dai che tra sei mesi torna Draghi! O pensate davvero che i postpostpostfasci riescano a non ripetere le belle performance del 2011?
“Whatever it takes”.