La sfida tra Meloni e Schlein non ha alcun senso, se non quello di fare un po’ di scena intorno all’incapacità bipartisan di salvare il paese (e l’Europa) dal suo destino.
E così, mentre la maggior parte dell’informazione ha sorvolato recentemente sul castello di menzogne e omissioni messo in piedi da Meloni, a sinistra si pensa, accettando il confronto, di poter spostare qualche voto in vista delle elezioni europee. Buona fortuna!
È vero invece che insistere sul fascio all’uscio, sull’inadeguatezza “curricolare” di Sgarbi e del parentame della premier ha tolto alla sinistra la capacità di visione oltre il presente e le energie necessarie non solo per affrontare il drammatico scenario interno che si prospetta per il resto del quinquennio meloniano, ma anche e soprattutto per trovare coerenza di intenti nei confronti delle posizioni UE sui conflitti in corso.
Nessun vero impegno per la negoziazione e la pace, ma tanta retorica e poi, nei fatti, il solito atlantismo servile e zero impegno a cercare di capire se la NATO serva ancora o se serva così com’è.
E allora, se la situazione politica nostrana pare seria, quella internazionale si può ben definire tragica. E non sarà il confronto tra bullismo bugiardo e buone maniere ma poche idee a far saltare steccati.
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*Image credit dell’immagine in evidenza, “L’Avvenire”