Molte sono le manifestazioni di solidarietร ย verso le migliaia di profughi che si stanno riversando in Europa in fuga dalla guerra. Da Torino il 5 marzo sono partiti alcuni mezzi con destinazione Siret, al confine fra la Romania e l’Ucraina, per portare medicinali e generi di prima necessitร . Perchรฉ, come sappiamo, le prime vittime di ogni conflitto sono la veritร e la popolazione civile.
Simone Potรจ, militante in Acmos, co-fondatore del progetto SulConfine, amico di AMA, fa parte di questa spedizione, organizzata da Acmos GenerAzione Ponte, Fondazione Benvenuti In Italia e Borders – Sul Confine.
Destinazione, umanitร . Certo che un gesto del genere non fermerร la guerra, ma contrasterร la rassegnazione, lโimpotenza, la normalizzazione della crudeltร , la paura di chi fugge. ย Che un gesto del genere serva a scatenare letteralmente lโumanitร che cโรจ in ciascuno lo dimostra la quantitร di pacchi raccolta in pochi giorni. Bisogna continuare a dare occasioni allโunanimitร , nonostante tutto, quindi grazie allโequipaggio, composto da Giorgio Cumino, da Simone Suchende Potรฉ, Carlotta Bartolucci, Jessica Pasqualon, Roxana Olariu, vice presidente di GenerAzione Ponte, e da Diego Montemagno, Presidente di ACMOS.
โll nostro convoglio, dopo una lunga notte di viaggio attraverso la Slovenia e l’Ungheria, รจ arrivato finalmente a Satu Mare, il confine romeno. Qui, mentre noi proviamo a entrare, una fila infinita di macchine cerca invece di uscire, in direzione Polonia o Slovacchia perlopiรน. Sono le macchine dei tanti ucraini e ucraine che scappano dai propri paesi in macerie (o che rischiano presto di diventarle), che rimangono in coda per anche un giorno intero senza muoversi di piรน di due metri. Cosรฌ ci raccontano le due giovani ragazze in fuga da Odessa – non avranno avuto piรน di 20 anni – con le quali abbiamo parlato questa mattina, e le giovani volontarie della Croce Rossa, presenti con uno stand per dare conforto ai rifugiati.โ – raccontano i nostri giovani che generosamente, si sono prestati alla spedizione.
Dice Simone:ย โIl senso di impotenza รจ stancante, troppo.
E se giร in tempi di “pace” dire “pace” รจ da utopistษ, in tempi di guerra รจ da folli.
Eppure non possiamo cedere ai manicheismi, non possiamo rinunciare alla complessitร .
Non possiamo lasciarci solษ nell’affrontare l’oppressione, in tutte le sue variabili forme.
Le identitร mutano, si confrontano, spesso si avversano e si costruiscono in competizione: chi ha detto che dev’essere cosรฌ? A chi conviene?
ร da utopistษ, da folli continuare a volere l’amicizia tra popoli?ย No, la follia non รจ in chi sogna, la follia รจ lร fuori, nella lotta tra disperatษ. E sta a noi tenere duro e pensare a domani migliori, sognandoli. Quel sognare non รจ forse l’unica briciola di sana speranza in un mondo di disperante follia?โ
A questo indirizzo trovate dettagli sulle iniziative in corso e come fare per contribuire allโiniziativa con una donazione o con aiuto attivo, ospitando famiglie di profughi.
Potete seguire tutto attraverso i servizi di Carlotta Bartolucci che sta documentando sulle pagine social delle associazioni il viaggio e la situazione con interviste, storie e fotografie
https://www.facebook.com/associazioneacmos/videos/515895730188254