Molto rumore per nulla
Un cappotto elettorale mica da ridere e Ursula che non la caga di pezza. Perรฒ dai, questi fasci galileiani con l’accento della Garbatella non iniziano a farvi un po’ pena?
Giorgia ha fatto una campagna elettorale per le europee stando ben attenta a non irritare il suo elettorato di nostalgici, binari e gombloddisti, ma neppure i desiderata dei tecnocrati europei. E adesso si ritrova a straparlare di sinistra che inneggia alla guerra civile per giustificare i primi scricchiolii di un governo nato per non far sporcare le mani a Draghi.
Quel che รจ vergognoso, in questo paese di gattopardi, non รจ tanto l’ignoranza ipertrofica di Cristoforo Sangiuliano, quella del ministrocognato o il “lei non sa chi sono io” di Fassino beccato a taccheggiare in aeroporto, quanto il non voler riconoscere che il rinnovo dei vertici europei sia in totale continuitร con le dissennate scelte diย politica economica, ma soprattutto con l’atlantismo belligerante che ci porterร dritti come missili Patriot alla WWIII.
Il bello – si fa per dire – di questo presente da dottor Stranamore รจ che non c’รจ alcuna reale differenza di posizione tra gli europarlamentari eletti nelle liste dei popolari (Forza Italia) e socialisti (PD) con l’aiuto di Verdi e conservatori (FDI).
I tempi della “Restaurazione neoliberale” dovrebbero farci tremare i polsi ben piรน dello spauracchio del fascismo agitato dalla sinistra ogni volta che Giorgia e ‘Gnazzio sbroccano perchรฉ, nonostante millemila scorrettezze, bugie, manovre sottobanco e prepotenze mediatiche, riescono comunque a perdere.
Ormai รจ chiaro che Meloni&co. sarebbero in grado di fare o dire di tutto pur di rimanere aggrappati con artigli di rapaceย alla congiuntura storica che, almeno per il momento, gli sta dicendo bene. Ma da qua ad affermare che si possa parlare di nuova egemonia culturale รจ come progettare un’auto senza pensare di metterci il motore.
Se Atene piange, Sparta non ride
Cambiando sponda, quel che riesce meno bene a Schlein, Fratoianni e Bonelli รจ andare oltre le candidature di figure e figurine che acchiappano voti, ma quanto a programmi che mettano in discussione l’attuale paradigma socioeconomico, ancora non ci siamo. Se si guarda al dato politico, emerge un quadro a dir poco desolante. Mentre in Francia cโรจ Melenchon e in Germania la Wagenknecht, sinistre radicali e votate dalle fasce popolari, in Italia siamo ancora tanticchio indietro.
E niente, viviamo unโepoca in cui i populismi illiberali di destra trionfano nella funzione di temperamatite della riscossa neoliberale. Il cosiddetto progressismo di sinistra, dopo aver cantato per decenni nel coro del pragmatismo global in economia e del mero mantenimento del potere in politica, appare oggi assolutamente inadatto ad indicare prospettive utili a illuminare un orizzonte che vada oltre il portare Strada, Lucano e Salis a Bruxelles.
La trama si popola di personaggi nuovi, ma non evolve.
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