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Uscirne migliori o con i Migliori?

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Come spiegare a chi proprio non ce la fa a capire che Il vaccino offre una protezione? È vero, non impedisce i contagi, ma riduce di molto le possibilità di passare attraverso un “pit stop” in Terapia Intensiva. Così almeno dicono numerosi virologi, infettivologi ed epidemiologi.
Un altro dato che è facilmente ricavabile dalle statistiche di organi ufficiali (sempre che non pensiate che sia tutto un grande gombloddo del solito Soros) è quello secondo cui, nonostante la media di oltre duecentomila contagi al giorno, la Sanità Pubblica, sebbene messa in crisi da vent’anni di scellerate politiche neoliberali, tiene. L’incremento dei malati in terapia intensiva per il momento è gestibile (lo dicono i dati degli ospedali, dell’ISS, del CTS e delle Regioni, mica Byoblu o Italexit).
È poi vero che coloro che risentono del Covid in tempi recenti sono soprattutto i novax (anche se sono sempre meno) e i soggetti a rischio per altre patologie (cardiovascolari, dismetaboliche, oncologiche) che rendono il vaccino incompatibile con quadri clinici complessi.
Credo, da parasanitario non particolarmente ferrato in “virus pandemici e loro varianti”, che per proteggere certe fragilità (cognitive e cliniche) non servano tre o quattro dosi. Forse è questo il motivo per cui, mentre i ricoveri nelle terapie intensive sono in lieve aumento, il numero dei morti aumenta inesorabilmente.
Fin qua le ipotesi. Adesso la riflessione legata al modello che stiamo perseguendo.
È questo, mi domando, lo standard delle democrazie neoliberali, Italia dei Migliori in testa? È veramente il “rischio ragionato” vagheggiato da Draghi ciò a cui dobbiamo abituarci? Se così è, equivale a dire che si raggiunge il punto di equilibrio quando si consente alla Sanità di non affondare, ma a patto di mettere sull’altro piatto della bilancia un numero X di “collaterals”.
A me questa sorta di “darwinismo in salsa neoliberale”, come l’ha ben definito Paolo Desogus, fa parecchio schifo.
È accettabile che muoia una media di duemila persone a settimana pur di non mettere mano al paradigma che ci ha accompagnato fin qua? È questo lo standard di cui si ragiona nei simposi degli eredi di Ventotene o nelle sagre della salsiccia del pd?
La pandemia, nella sua dimensione globale, ha scoperchiato ben più di altre situazioni il vaso di Pandora delle diseguaglianze economiche e sociali. E l’ha fatto offrendo un termine di confronto quotidiano, ricordando il numero delle vittime, la provenienza, la reazione degli Stati, le percentuali di vaccinati in diverse parti del mondo, scorrendo i vari capitoli attraverso i quali si va ricomponendo il libro della ricchezza e della povertà nel mondo.
Perché uscirne migliori non è la stessa cosa che uscirne con i Migliori. Nel caso il dubbio vi abbia sfiorato.
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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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