E per chiudere su Djokovic, un’immagine evocativa.
Ma passiamo ora a Brunetta e alla retorica del “noi siamo per un’Italia aperta, che produce, mentre voi per chiudere”.
In Italia questo è il modo in cui si continuano a creare fratture sociali a tutto vantaggio del mantenimento di un modello.
Non c’è nessun gombloddo gente, accade tutto alla luce del sole! È lo stracollaudato “divide et impera” che serve a dissimulare l’assenza di:
– investimenti in infrastrutture (sanità, edilizia scolastica e trasporto pubblico);
– un piano di occupazione pubblica che restituisca dignità ai servizi essenziali – sì proprio quelli che misurano l’indice di progresso sociale (oh, mica socialista!) di una nazione – e a chi ogni giorno si fa il culo per garantirli.
Il nostro è un paese in cui non esiste “de facto” alcuna opposizione a Draghi, a Salvini, a Brunetta, a quell’architrave neoliberale che è il PD e a quel pezzo dei 5* ormai perfettamente integrato nel sistema.
Di contro, le scaramucce su Green Pass e obbligo vaccinale che ammorbano l’aria da mesi costituiscono la “politicizzazione delle puttanate”, come ha scritto mirabilmente Tommaso Nencioni: nient’altro che un velo acconciato in modo da coprire il volto irrimediabilmente guasto della democrazia.
Amici reali e virtuali amanti della #libbertah, vi ribadisco un piccolo segreto: la vera dittatura, in un paese culturalmente e socialmente devastato come il nostro, è l’ignoranza che traspare dalle parole, dai gesti, dalla ferocia di grugni urlanti in piazze, virtuali e non, che debordano idiozia.
Al contrario, la vera rivoluzione è cercare con umiltà, pazienza e dedizione di acquisire gli strumenti per decodificare il mare di messaggi da cui siamo bombardati al fine di distinguere le cazzate dalla “verità”, sempre ammettendo che in questi tempi di totale relativizzazione si possa arrivare a trovare due persone d’accordo su qualcosa.
Come sembrava suggerire ieri un’immagine postata da Daniele D’Antonio su fb**, viviamo una sorta di tempo distopico in cui personaggi un tantino bolliti costituiscono una commissione denominata Dupre (Dubbio & Precauzione). Mirabile il calembour con il noto critico d’arte Diprè e la collocazione dell’intelligencija nel cavallo dei pantaloni che la signora nella foto va ravanando. Quando si dice la sintesi di un momento storico!
Assomigliamo sempre di più a Paperoga, confusionari nel metodo, superficiali nelle valutazioni e nelle conclusioni, ma ci crediamo creature mitologiche come le chimere. A dire il vero, un po’ lo siamo: META leoni da tastiera e META minchioni.
La vita è sempre un’avventura. Peccato quell’abitudine inveterata di entrare in sala dieci minuti dopo l’inizio dello spettacolo e non capire una cippa della trama.
Credits: *Immagine in evidenza, “Chimera di Arezzo”, Museo Archeologico Nazionale di Firenze **https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10227008201341902&id=1560678693