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Lo storico Eric Gobetti riflette con Ittica sulle foibe e sul significato del Giorno del ricordo

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In tempi di revisionismo il libro di Eric Gobetti  “E allora le foibe?”, (Laterza, 2021), è un libro coraggioso.

Già dal titolo provocatorio è evidente l’intento dell’autore di rivedere la retorica e la propaganda volte a proporre lo stereotipo degli “italiani brava gente” come parte della stessa identità nazionale, in opposizione ai popoli slavi e ai loro partigiani dipinti come barbari e inferiori. E allora abbiamo  domandato a Eric: chi sono i negazionisti in questa vicenda e
chi offende la memoria di chi? E ancora cosa lo ha portato a scegliere gli accadimenti dell’ex-Jugoslavia come campo dei suoi studi storici?

Leggendo il libro, ci è sembrato che il suo sia stato un lavoro di “smascheramento” e di controllo accurato di dati, fonti e date. Non a caso la collana Laterza in cui la sua opera è inserita porta il nome di “Fact checking”. Una riflessione che viene spontanea, dopo aver approfondito il tema, è che sia quanto mai indispensabile, in tempi di “post-verità”, riportare il lavoro dello storico di professione dal romanzo al contesto. In questo senso varrebbe la pena focalizzare l’attenzione sul significato dell’istituzione del Giorno del Ricordo e la sua assimilazione alla Giornata della Memoria.

In una recente intervista apparsa su Jacobin Italia, Eric faceva notare quanto la narrazione politico-mediatica sulle foibe sia sbilanciata verso una visione di «genocidio» o «pulizia etnica», apparendo fortemente orientata all’esagerazione sul numero delle vittime e restando invece alquanto fumosa sulla mancata assunzione di responsabilità per i crimini del nazionalismo italiano prima e del fascismo poi, non solo nell’area balcanica, a cui questa intervista fa riferimento, ma anche in Africa, tema quest’ultimo che abbiamo affrontato proprio su questo blog con Francesco Filippi a proposito della retorica del colonialismo “buono”.

Esiste per lo storico professionista un metodo per evitare che la riflessione storiografica si risolva in un conflitto  di tipo ideologico? Oppure, ci scuserà Eric per la nostra ingenuità di semplici lettori, è inevitabile che la Storia risenta dell’oscillazione tra passione politica e impegno di testimonianza oggettiva?

In realtà, che l’Italia sia un Paese in cui non si sono mai fatti seriamente i conti con un passato fascista parrebbe dimostrato dalle minacce e dagli insulti rivolti alla sua persona da parte di chi, forse, non ha neanche letto il libro.

Ittica è un blog di approfondimento culturale, pertanto chiunque voglia cimentarsi nel replicare al  fact checking e al debunking di Eric con una narrazione altrettanto documentata e rigorosa, è invitato a farlo. È fondamentale per tutti che i valori dell’antifascismo si mantengano in vita con il confronto prima ancora che con le intimidazioni o con le bufale.

Qui di seguito le risposte di Eric. Buon ascolto!

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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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