Premessa
Viviamo in un mondo dominato dagli “pseudo”: pseudoamici, pseudointelligenze, pseudofilosofi, pseudoletterati, pseudogiornalisti, pseudopolitica e via discorrendo. A ben vedere, basta aggiungere questa particella in testa ad ogni parola per rivelarne la falsa apparenza.
Ieri, mentre su fb leggevo le riflessioni tutt’altro che pseudo di un amico, mi sono imbattuto nel commento farlocco del solito medioman della destra meloniana. In un sussulto di autoreferenzialità “sinistroide” – così mi ha etichettato il balilla – ho cercato di fargli un po’ di propedeutica al confronto, ma inutilmente.
Lascio a voi l’onere di arrivare fino al fondo del mio pensiero, sperando che troviate anche un solo spunto nteressante. In caso contrario non mi offendo, giuro. Del resto anch’io sono uno pseudoblogger.
Voi dite che ha capito?
«S*** T***, questa tua frase senza costrutto rappresenta in pieno il nulla culturale che sta dietro la destra “pseudo tutto”: pseudo liberista e pseudo fascista, pseudo populista e pseudo corporativa, pseudo padronale e pseudo sociale.
Meloni è un po’ come la birra analcolica: va giù se hai molta sete e non c’è altro da bere, ma se capisci qualcosa di “bionde”, al primo sorso già sai che stai bevendo un artifizio chimico. Uno “pseudo” appunto.
Il governo che a te pare piacere così tanto da limitare il ragionamento ad una banale affermazione apodittica, mentre tu gongoli, procede con la politica tipica di chi è “pseudo”: mettere gli ultimi contro i penultimi e trarre vantaggio dal conflitto sociale. Ma abbiamo al potere la destra e sarebbe da sciocchi sorprendersi del fatto che la sua maggioranza porti avanti misure che non calpestino lo scarso o nullo benessere degli ultimi per qualche spicciolo in più a favore di chi sta appena un gradino sopra e sempre guardandosi bene dal togliere qualcosa ai ricchi.
A questa pseudodestra che vorrebbe addirittura presentarsi come sociale, perdonami S***, ma non interessa una cippa la difesa dei più deboli, anzi. La destra, soprattutto quella meloniana e sin da quando si è eclissato Fini, è assolutamente carente in fatto di contenuti e coltiva il disagio sociale facendone un bibitone energizzante. In altre parole si dopa di rabbia e di disuguaglianze.
Chiariamoci subito: è dalla caduta del Muro che una visione di riscatto sociale delle classi subalterne non esiste più. E non esiste non perché l’ex URSS fosse il modello ancorché perfettibile di una società alternativa, ma perché sono andate esaurite le istanze post belliche di rinnovamento e di “apertura” che hanno permesso la sconfitta dello zio Benny e del suo allievo nazi. A seguire, da un lato la ricostruzione dell’Europa sotto l’egida dell’egemonia yankee mentre, sull’altro fronte, abbiamo assistito al sorgere di un Sol (malato) dell’Avvenire fatto perlopiù di élite di burocrati, militari e civili insieme, attaccati al potere come Salvini al suo panino, pronti a mandare il popolo nei gulag e a inventarsi confini interni ed etnie in nome del “divide et impera” (Ucraina docet).
Finita quella che è stata tutto sommato una lunga parentesi, siamo semplicemente tornati alle prese con la reazione delle classi dominanti. In Italia, violenta e fieramente ignorante ora con la destra, suadente e paternalistica con il PD da trent’anni o giù di lì. Tertium non datur.
Dal canto mio, da elettore di sinistra senza particolari infatuazioni e senza tessere, assisto alle primarie del Pd da osservatore, vale a dire dal punto di vista di chi non ha nulla a che spartire con questa formazione politica, se non l’apprezzamento per il lavoro sul territorio di persone come P*** F*** e pochi altri.
Ti posso assicurare che, tolta la stima personale, la mia comunanza con il PD si riduce al fatto che appartengo ad una bolla cognitiva, culturale ed anagrafica in cui esso gode ancora di un discreto consenso.
Spero che tu abbia compreso che cos’è un ragionamento, anche se siamo su un social di odiatori e cazzari. Se invece non hai capito un’acca del mio pippone, tranquillo, la pseudodestra è comunque il tuo posto.»
E invece…
E poi dileguossi…