Estiqaatsi è un grande capo indiano interpretato da Claudio Gregori (il Greg della coppia Lillo e Greg) nella geniale trasmissione 610 di Rai Radio2. Estiqaatsi si pronuncia “Esticazzi” e la parodia che fa Greg del saggio capo che parla sempre in terza persona (“Estiqaatsi pensa che…”), esprimendo parole benevole su ogni argomento, in realtà gioca sul significato dato alla locuzione principalmente nel Lazio dove viene usata per palesare totale disinteresse.
Ecco perché il ritorno “calcistico” di Matteo Renzi, con tanto di abbraccio a Schlein, andrebbe salutato come fa Greg nei suoi sketch in radio e un po’ meno con la pletora di articoli compiaciuti che il giornalismo da lecca italico, quando non è impegnato ad asciugare i piangini di Giorgia, dedica al più fulgido esempio di personalizzazione della politica dopo Berlusconi.
La nostra è ormai una democrazia senza elettori. Più o meno vota solo chi è interessato (nel senso che possono dare balneari e taxisti) o fidelizzato bipartisan. Più che una democrazia è un’autarchia in cui l’ormai celebre “blocco monocolore” fa all’incirca le stesse cose, guerra e difesa a oltranza della Restaurazione neoliberale, e perlopiù estero diretta. Renzi, ancor prima e più di Meloni, è il fiore all’occhiello di questo regime.
Poco importa se il PD è già sulla rive droit del fiume sin dai suoi esordi. Renzi vuole, con i tanti trojan che ha lasciato al suo interno, deviarne il corso il più possibile. Il PD è il partito principale del liberismo economico e finanziario ed è anche un utile strumento per devitalizzare qualunque cosa possa nascere di nuovo a livello politico. Ma il fenomeno rignanese, nel suo intimo, pensa che questo sia solo un buon inizio.
Destra e sinistra vanno bene, come categorie di pensiero, per i dissing sui social cazzari dove nostalgici del salame appeso e popolo delle Birkenstock discettano di fessa e di cromosomi “x” e “y” come se la politicizzazione delle puttanate fosse il clou dell’appartenenza politica. Ma nei fatti, quando si ritrovano a governare, fanno sostanzialmente le stesse cose con qualche differenza sui diritti civili, per i quali la sinistra sembra coltivare una vera e propria “ossessione dell’Io” (cit. Mark Lilla). Renzi tutto questo lo ha capito benissimo e si muove con disinvoltura in uno scenario politico istituzionale in cui tutto è ormai tattica senza strategia. Solo per avere potere e concludere affari.
Noi che abbiamo smesso da tempo di credere ai salvatori della Patria in questo paese devastato da ignoranza, cupidigia e corruzione abbiamo davanti due strade: la bestemmia a oltranza e il più sobrio “esticazzi”. Oggi scegliamo il secondo. A settembre chissà.
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