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È tempo di restaurazione!

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Il governo Meloni ha dato il via alla riforma fiscale. La sintesi: si va verso la flat tax uno scaglione alla volta e si premiano i ricchi, mentre con il concordato preventivo sull’imponibile e i minori controlli si legalizza l’evasione.

Non ci si deve stupire dell’aumento delle disuguaglianze. In Italia, negli ultimi 20 anni l’1% più ricco della popolazione ha aumentato la quota di ricchezza dal 15% al 20% e il 10% è passato dal 40% al 55% del totale (fonte: Oxfam).

In Assemblea Costituente, nel presentare l’art 53*, si chiariva: «L’attuale sistema tributario è regolato dall’art. 30 dello Statuto Albertino e basato sul criterio di proporzionalità […], il che costituisce una grave ingiustizia che danneggia le classi sociali meno abbienti e da correggere in sede di calcolo del reddito complessivo, […] così da colpire il reddito nella sua reale misura, applicando una progressività tale che diventi la spina dorsale del nostro sistema tributario» (Salvatore Scoca).

Se le parole oggi hanno ancora un significato, non di riforma fiscale bisognerebbe parlare, bensì di restaurazione.

Scusate gente, ma forse pensavate che Meloni avesse a cuore il salario minimo?Suvvia dai, chi ha un minimo di pratica di vita reale capisce subito che tipi sono il/la presidente e il suo staff.

Pare ormai chiaro dove andranno a parare: vedrete come, con l’agenda Draghi in resta, il ripescato europeismo parolaio e la crisi bancaria che busserà al fortilizio destrorso, si daranno da fare ad aiutare gli amici e ad affossare qualunque segno di ripresa dal basso!

Per farsi un’idea è sufficiente guardare come hanno agito sui rincari gonfiati delle bollette e sugli extra profitti: nada de nada!

Tuttavia il problema è  che questa volta si è passati attraverso le elezioni e, a quanto pare, hanno vinto loro.

E allora noi che non abbiamo gradito? Zitti, per carità! Anzi, c’è addirittura chi, da sinistra, definisce Meloni “capace” e che bisogna lasciarla lavorare.

Invece di fare i rivoluzionari da tastierino (presente!), bisognerebbe alzare i culi dai divani per tornare a riempire le piazze!

Non sarà certo il nuovismo da apericena in ZTL a dare nuova linfa alla lotta di classe. Al massimo aggiungerà un po’ di mentuccia al mojito.

Io ve l’ho detto.

*“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”

 

🌹🏴‍☠️💥

 

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Esimio "signor nessuno", anarcoinsurrezionalista del tastierino, Scienze politiche all'Università, ottico optometrista per campare. Se proprio devo riconoscermi in qualcuno, scelgo De André. Ciclista da sempre, mi piacciono le strade in salita. Ci si vede in cima.
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