Quando faccio Capodanno in casa con gli amici, pochi attimi prima della mezzanotte, accendo la tv per il countdown. Quest’anno non l’ho fatto e guarda che cosa mi sono perso: la rivincita dell’Inps!
Il 2025 inizia così, con il «Teste di cazzo» di un pensionato ottantenne col pigiamino bianco, perché nessuno dalla regia gli ha chiamato un taxi di ritorno in struttura per il cambio del pannolone pisciato. E con la compagna di stanza ridanciana che, nel frattempo, arraffa una bottiglia per farsi un altro cicchetto.
Il tempismo è così perfetto che quelle sono le ultime parole pronunciate in diretta su Raiuno prima del conto della rovescia che ha accolto il nuovo anno definendone lo spirito. L’insulto si sovrappone al countdown con un effetto comico che rende il video virale. Ma di comico, a ben vedere, non c’è nulla.
La vecchiaia non arriva a nostra insaputa. Cerchiamo di camuffarla in ogni modo ricorrendo a trucco e parrucco. Ma come sempre accade prima della morte, giunge inesorabilmente la decadenza.
Siamo un Paese di patrioti decadenti in attesa della fine sulle note di “Mamma Maria”.
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