Site icon Ittica blog

“Se il PD vince, la sinistra non ride” (semicit.)

La premessa: se la narrazione calata dall’alto (le competenze) che diventa confessionale (la sediola da regista) per avvicinarsi (tardi) alla ggente (una sedia per domarli, una sedia per trovarli, una sedia per ghermirli e alla “6” prendere schiaffi) equivale ad essere “rossi”, così sia.

La sinossi: le amministrative a Torino (e non solo) dimostrano che il “colore” che vince è quello della maggioranza che si astiene e all’interno della minoranza che si reca ai seggi il PD, con il suo 20%, riesce a vincere (quasi) tutto.

Il voto in Italia somiglia sempre di più a quello delle assemblee condominiali o a quello degli azionisti nelle Società per Azioni: la grande maggioranza dei piccoli azionisti non partecipa (salvo poi frignare di libbertah negate) e così la minoranza più forte, con opportune alleanze, riesce a controllare la società e a mettere i piccoli gli uni contro gli altri depotenziandoli.

La riflessione: in questo centro(sx) c’è l’emanazione di un potere superiore, il partito di Draghi, a cui il PD riferisce e dedica ogni successo elettorale, non prima però di averlo fatto celebrare da Giannini&Co. (si, proprio quello che a “Un giorno da pecora” ha detto di aver votato Calenda al primo turno).

La politica economica e sociale del governo Draghi è una classica politica padronale ispirata al modello neoliberista. Lo sanno bene i lavoratori licenziati, sfruttati e impoveriti, per cui il governo non fa assolutamente nulla, così come lo sanno la Confindustria ed i ricchi per cui il governo fa tutto.
Il governo dei “migliori” è un governo di destra liberale e il PD ne è l’architrave perché è tutto fuorché un partito di sinistra (ops, l’ho detto!). Ma può sembrarlo agli occhi di chi auspicherebbe al governo delle città la destra più ottusa e reazionaria, con una parte della quale peraltro già si governa a Roma.

La conclusione: la destra a trazione Salvini e Meloni perde ogni elezione importante, anche se i sondaggi nazionali la danno per maggioranza nel Paese. E sapete perché non gliela fa? Molto semplicemente perché è impresentabile e non ha una proposta politica che non sia quella di inseguire pulsioni da peristalsi intestinale: ieri contro i migranti, oggi contro il reddito di cittadinanza e il Green Pass. Pare essersene accorto, anche se un po’ tardi, Damilano a Torino dopo essere stato portato in gita da Marrone a “caccia” di rom con tanto di cartine e ✖️ nere (what else?).

Forse tra quel 60% che snobba la politica con il non voto c’è tutto un mondo buono per l’indagine dei sociologi della politica. E allora, benedetti esperti, fatele queste analisi!

Nel frattempo è uscito un #suca.

Exit mobile version