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Molto rumore per nulla

Sugli aumenti dei carburanti il governo sbanda come una Tesla impazzita: fa retromarcia, si contraddice, si divide e si dice disposto a correre ai ripari se ci saranno altri aumenti.

Forza Italia e Lega da una parte e Fratelli d’Italia dall’altra. Ha voglia #iosonogiorgia a sostenere che gli aumenti vanno a sostegno dei poveri. Quel che accade invece è che, per la prima volta da inizio legislatura, il/la premier è sgamata dai giornaloni padronali, fino a ieri benevoli nei suoi confronti, e attaccata neppure troppo velatamente dal solito Girasagre (qualunque cosa pur di far girare la merda nei tubi) e dagli emissari di nonno Silvio. Accade a raccontare balle sesquipedali un giorno per l’altro.

La situazione sarebbe ottima per le opposizioni al fine di capitalizzare un primo risultato politico importante, ma Letta e Conte sono distratti, divisi e occupati a parlare d’altro.

Il PD occupa le pagine dei giornali con il surreale dibattito sulle regole e le orgogliose dichiarazioni di assessori locali, trombati alle politiche e Benifei vari che vanno incominciando il minuetto del posizionamento pro Bonaccini o Schlein (vedo male De Micheli e Cuperlo). Come se la scelta del “tessuto” potesse dissimulare la lontananza dai problemi dei cittadini (il sarto scrauso).

Enrico Letta al riguardo ha pronunciato le seguenti parole: “Col video nel quale Meloni mente sulla riduzione delle accise noi potevamo fare un goal a porta vuota ma non è accaduto perché stavamo discutendo di regole”. Ma è tafazzismo puro o cosa?

Anche dalle parti dell’Avvocato del Popolo le cose non sembrano andare bene. Da qualche tempo Conte pare più preoccupato di attaccare il PD per raggranellare voti che impegnato a dare battaglia al governo. Il clima di perenne campagna elettorale generato dalle regionali alle porte e la divisione nel Lazio fanno presagire per le opposizioni una replica della batosta subita a settembre, ma pare che vada bene continuare a perdere in termini assoluti pur di accrescere il consenso relativo.

Non è il caso di agitarsi più di tanto. Meloni&co. alla fine si ricompatteranno e la destra “Pinocchio”, ora nel suo primo momento difficile, potrà tornare a dormire tra due guanciali. Salvini e Berlusconi strapperanno qualche figura di peso nel Lazio, in Lombardia e tutto finirà a tarallucci e vino.

La solita fornitura di Maalox per gli altri, ma si vocifera che abbiano stretto un accordo con la lobby dell’antiacido. Gombloddo!

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