Sono presente su un solo social, Facebook. E lo uso per condividere le riflessioni del blog ittica.org . Non ho nessun patentino da influencer/opinionista/blogger/tuttologo da esibire, ma solo quello non riconosciuto di osservatore della realtà. Il guaio è che sono sempre meno in sintonia con l’ossessione dilagante di autopromozione in un contesto in cui la competizione diventa la prima ragion d’essere, sostituendosi alla ragione.
È questa la prova della pessima china discendente su cui si è avviata l’informazione degli ultimi anni. Passando attraverso i giornali, le televisioni e i social non si può fare altro che constatare un vociare indistinto che non porta a nulla, se non a perdere la concentrazione e a finire, con trucco e parrucco, ad esibirsi al circo delle vanità.
So benissimo di non aver svelato chissà quale arcano o gombloddo, ma da oggi e per un po’ mi dedicherò a cercare di dare un senso al mio vuoto, perché non voglio assolutamente che esso contribuisca ad alimentare questo sistema, almeno per me, ipocrita e fallimentare.
Ci si vede più in là, forse.
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