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Il “contraddittorio” (parte II)

Esempio n°2: “Giorgia Kuribayashi san”

Avere un lavoro in questo paese è ormai cosa da difendere come i soldati giapponesi fecero a Iwo Jima. Allora com’è che quella asserragliata sul monte Suribachi è la premier? Da due mesi Ella non risponde a una domanda che non si sia fatta lei o non le venga servita dal di lei compagno. La vediamo incedere come neanche Alberto Angela nei corridoi di Palazzo Chigi, dispensando il suo repertorio di realtà addomesticata ad una (contro)parte che può solo abbozzare.

“À la guerre comme à la guerre”

Poi, se uno scienziato viene invitato al concerto del 1° Maggio, si suppone per alzare un pochino il livello del parlato, dal momento che quello del cantato è di poco superiore al “precariato” vocale di Ariete, apriti cielo!

Manca il contraddittorio!

Lo scienziato è Carlo Rovelli, fisico di fama mondiale, talvolta perculato da Crozza per una narrazione non sempre chiarissima, ma pacifista vero e dunque contrario alle armi in Ucraina.

Purtroppo per chi l’ha invitato sul palco a dire la sua (anche se ha preferito stare sotto la pioggia con gli appunti che si inzuppavano), Rovelli così ha fatto. È stato il momento più alto di un concertone fino a quel momento funestato dall’autotune della solita retorica da minimo sindacale.

Destreggiandosi bene con il lessico, a differenza della maggior parte degli scappati di casa che si definiscono cantanti, Rovelli si è pure permesso di dare una notizia vera senza stonare: “Il ministro della Difesa era legato a una delle più grandi fabbriche di armi del mondo, Leonardo, e presidente della Federazione dei costruttori di armi”. Poi, applicando la logica (è scienziato mica per niente), ha domandato: “Il ministero della Difesa serve per difenderci dalla guerra o per aiutare i piazzisti di strumenti di morte?”.

A quel punto il ministro Crosetto, un conflitto d’interesse grande come la sua figura (mica come quel mingherlino di Laus e i suoi dipendenti/assessori a Torino), sentendo leggere in tv il suo curriculum (presidente della Federazione aziende italiane per l’aerospazio, la difesa e la sicurezza, senior advisor di Leonardo e titolare di società consulenti di aziende fornitrici del ministero della Difesa) se n’è avuto a male: “Rovelli non sa di che parla. Io lavoro per la pace, cerco ogni giorno di fermare la guerra (sic, ndr), non faccio il pacifista ma faccio il ministro. Lui faccia il fisico. Quando cambia settore compie qualche scivolone… Normalmente chi è pacifista poi è per i russi”. E ha invitato Rovelli a pranzo per farsi conoscere.

Resta da capire chi paga il conto.

Sarebbe tempo sprecato per entrambi. Per Crosetto, perché Rovelli potrebbe accidentalmente ricordargli che fu proprio il ministro che “lavora per la pace” a dichiarare a Tpi: “Io ministro della Difesa? Mi sembrerebbe inopportuno, dato il mio lavoro”. Per Rovelli, perché è più facile avere un feedback parlando di fisica a una scimmia che mettere uno qualsiasi dei membri di questo governo di fronte allo specchio della coerenza.

A guardare anche distrattamente i numeri del conflitto ucraino (ma anche di altri) e quelli di bilancio del nostro paese dedicati alla spesa militare (ma anche di altri), penso di sapere chi metterà mano al portafoglio.

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