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Greenwashing: meglio di niente?

Con il termine “greenwashing” (letteralmente “tinteggiatura in verde”), si intende il tentativo da parte di un soggetto (azienda o istituzione), di comunicare un impegno ambientalista che non corrisponde alle sue reali politiche. Un esempio eclatante è la multinazionale McDonald, simbolo stesso della globalizzazione ad alto impatto ambientale, che dichiara l’intenzione di sostituire entro 5 anni tutti i suoi packaging con confezioni in materiali riciclati. In questo articolo potete trovare altri esempi di greenwashing, non solo di aziende, ma anche di istituzioni (fra le quali il Governo Italiano e l’Unione Europea) https://thevision.com/habitat/greenwashing-pianeta-sostenibilita/

 

Apparentemente si potrebbe pensare che queste attenzioni verso l’ambiente, per quanto insufficienti, possano essere comunque un passo avanti, un tentativo di raggiungere almeno alcuni risultati concreti. Il pericolo però è che queste misure diventino una buona scusa per non impegnarsi in un reale cambiamento, un modo per distrarre l’opinione pubblica e ottenere consenso (e denaro, nel caso delle aziende) proprio da parte delle persone più attente all’ambiente.

Avere consapevolezza di questi meccanismi è importante per noi come cittadini e come consumatori, per non essere manovrati da un marketing ingannevole e per capire se le politiche ambientali di chi cerca il nostro consenso hanno una vera rilevanza, o sono solo belle facciate tinteggiate di verde. E voi cosa ne pensate? Quali strategie mettete in atto per difendervi da questa pubblicità ingannevole?

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