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𝗜𝗹 𝗽𝘂𝗹𝗹𝗺𝗮𝗻 𝗱𝗶 𝘁𝗿𝗼𝗶𝗲

“Meno male che Silvio c’è”, diceva la strofa di uno degli inni di Forza Italia ai tempi d’oro del suo leader maximo. In effetti, a pensarci bene, non oso immaginare quale noia sarebbe stata la mia vita sin dal lontano 1994 senza Silvio Berlusconi.

Dal punto di vista morale non c’è situazione che lo imbarazzi, anzi. E quando, pur avendo imparato a conoscerlo, ti azzardi a pensare che sia finito, lui ti smentisce spingendo ulteriormente sull’acceleratore dell’ego. E quell’uccelletto barzotto della Fenice muta!

Credo che, a prescindere dalle disinvolte dichiarazioni che rivelano un retaggio culturale fondato sul culto della persona almeno quanto lo è sul mercimonio, per i tanti fan sia di conforto sapere che, a ottantasei anni e rotti, il senatore di Hardcore consideri ancora la faiga quello splendido motore il cui singolo pelo tira più di una coppia di buoi. Tanto da arrivare ad offrirne, in modalità carro bestiame ma di lusso, una “seleção” ai giocatori del suo ultimo pallino, il Monza (che, sarà un caso,  ma fa rima con patonza).

Chi invece non è secondo a nessuno in quanto a predicozzi morali, ma nei fatti pare non molto diverso da quello hardcoriano, è l’ambiente della “rive gauche”. Infatti mentre Silvio promette di mandare pullman carichi di troie ai calciatori (che almeno lì si continui ad essere fieramente maschilisti, per Dio!), a sinistra si sta dimostrando di saper andare a puttane in totale autonomia.

Capita allora di leggere le dichiarazioni del capodelegazione del PD a Bruxelles, Brando Benifei, e di domandarsi fin dove ci si possa spingere col paradosso.

Ma come si fa a dichiarare ai giornali che lo scandalo delle tangenti qatariote dimostra che se all’Europarlamento c’è un rischio corruzione, la colpa è della destra? E questo, udite udite, perché “ha sempre bloccato norme più rigide” sulla corruzione.

Ma Benifei, che fino a ieri non mi pareva un cretino,  non ha mai neanche avuto un sospettino in merito al fatto che nel suo partito ci fosse chi sul torpedone mignottaro era salito da tempo?

Da morto di fame ma onesto, mi sento di dire che i piangini all’interno di una formazione politica in cui si gira da anni intorno alla “questione morale”, senza decidersi ad affrontarla, siano un tentativo alquanto desolante e maldestro di dare la colpa all’autobus e non a chi sceglie di salirvi.

Quel che sembra sfuggire al gruppo dirigente PD e anche agli alleati (avete presente il parentame di Soumahoro?) è la gravità della situazione nella quale non basta certo dirsi sicuri dell’operato della magistratura e indurre all’autosospensione i parlamentari coinvolti a vario titolo nelle vergognose vicende.

E niente, come insegna un vecchio e navigato puttaniere, per andare a troie o per esserlo bisogna essere sfacciati e un tantino birichini.

Chi ha la faccia tosta è sfrontato, non si vergogna di nulla e a volte è anche un po’ maleducato. Ma solo se è veramente bravo in quello che fa, riesce a far passare tutto per stile.

Non è il caso della sinistra.

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